mercoledì 21 maggio 2008

si tratta di vantaggi

n italia ci sono circa 3 morti al giorno sul lavoro, e quasi un milione di incidenti l’anno, (prendendo in prestito una frase di una canzone dei 99 posse) neanche una guerra civile miete tante vittime. Più che inasprire le sanzioni, occorrerebbe un monitoraggio costante dei luoghi di lavoro, accoppiato ad una promozione della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, mostrando ai lavoratori e ai datori di lavoro, oltre ai rischi che si corrono lavorando violando le norme di sicurezza, i vantaggi (anche in termini di produttività) che derivano a chi sceglie di promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro.

giovedì 8 maggio 2008

12 M.T.

Cade da un tetto, muore operaio edile nel torinese
DAL SITO RAINEWS24

Un operaio edile, Fabio Castaldelli, di Strona, vicino Biella, ha perso la vita questa mattina nel torinese cadendo mentre stava lavorando sul tetto di un edificio in ristrutturazione. L'uomo, 33 anni, era impegnato nei pressi di Chivasso, in provincia di Torino, ad un'altezza di circa 12 metri, quando è scivolato finendo nel cortile sottostante. Inutili i soccorsi. L'operaio è morto sul colpo.

lunedì 5 maggio 2008

Ancora si allunga

Tre morti sul lavoro, due operai e un agricoltore
dal sito Rainews24

Si allunga ancora la lista dei morti sul lavoro. Un operaio romeno di 30 anni è morto in provincia di Catania dopo essere stato schiacciato da un grosso tronco d'albero che gli ha fracassato il cranio. L'ennesima morte sul lavoro è avvenuta all'interno di un vasto castagneto confinante con la strada provinciale Mareneve, in contrada Giulio, a Fornazzo-Milo. Codurt Tetedilia era con il fratello e aveva disboscato un porzione di terreno. Decine di tronchi di circa 15 metri erano stati accatastati in cima a una piccola collina, quando uno di questi è scivolato e ha travolto il giovane, colpito al petto e poi alla testa.

Soccorso dai colleghi l'operaio respirava ancora: è stato caricato su una macchina e trasportato all'ospedale Sant'Isidoro di Giarre dove è giunto cadavere. I sanitari non hanno potuto fare altro che costatare il decesso a seguito di un grosso trauma cranico cervicale. I carabinieri della stazione di Sant'Alfio hanno interrogato il fratello della vittima che ha raccontato la dinamica dei fatti e, insieme al Corpo forestale di Giarre, hanno effettuato un sopralluogo sull'area boschiva. Gli inquirenti stanno accertando se i titolari dell'impresa avessero messo in regola i due romeni.

Monopoli: operaio morto folgorato da alta tensione
Un operaio è morto folgorato dai cavi dell'alta tensione. L'incidente è avvenuto questa mattina a Monopoli, in provincia di Bari, in contrada Sant'Oronzo. L'uomo, un 50 enne del posto, stava potando degli alberi su un fondo agricolo, quando - in base alle prime ricostruzioni dei carabinieri intervenuti sul posto - con un carrello è venuto a contatto con alcuni fili dell'alta tensione. Sulle cause dell'incidente sono in corso indagini da parte dei carabinieri.

Agricoltore morto nel Cosentino
Un altro morto sul lavoro anche in provincia di Cosenza, nella frazione Apollinara di Corigliano Calabro: un agricoltore, Giuseppe Ferraro, 31 anni, è stato travolto e ucciso dal trattore che stava guidando.

Agricoltore ferito nel Pescarese
Un uomo di 61 anni è rimasto ferito in un incidente agricolo avvenuto in contrada San Giovanni, a Montesilvano (Pescara). Mentre stava lavorando col trattore il mezzo si è ribaltato, schiacciandolo. E' stato soccorso dai sanitari del 118 che l'hanno prima trasportato all'ospedale civile di Pescara e poi, con l'elicottero, all'ospedale di Teramo. Ha riportato un trauma toracico.

venerdì 2 maggio 2008

Primo maggio, Napolitano: basta vittime sul lavoro

dal sito rainews 24

E' terminato in tarda serata a Roma, a piazza San Giovanni, il mega concerto del primo maggio. L'intera festa dei lavoratori quest'anno è stata dedicata all'emergenza morti bianche.

Dalla sede dell'Inail a Roma, il presidente della Repubblica Napolitano ha lanciato un appello a tutte le forze sociali, istituzioni e forze politiche, per vigilare e contenere le stragi sul lavoro.


"Basta!". E' il "grido" che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto suo, nel giorno della Festa dei lavoratori, per dire che la catena di morti sul lavoro va spezzata. Prendendo la parola alla cerimonia in ricordo
delle vittime sul lavoro al palazzo dell'Inail, Napolitano ha ricordato le ultime tragedie e ha avvertito che "non si puo' continuare cosi': non ci si puo' rassegnare come ad una inevitabile fatalita'". Il capo dello Stato ha quindi lanciato una forte esortazione: "Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche, impegnarci concretamente e a fondo".

Per arginare il tragico fenomeno delle morti sul lavoro "le leggi e i regolamenti non bastano ma sono strumenti indispensabili", ha ricordato Napolitano, rilanciando l'invito a tutte le forze politiche e sociali a fare la propria parte per
scongiurare questo fenomeno.

Manifestazioni per il primo maggio si sono svolte in tutta Italia. I sindacati confederali si sono dati appuntamento a Ravenna, dove hanno annunciato di essere pronti a riformare il contratto di lavoro. Manifestazione dell'Ugl a Roma. Il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, ha detto che "il sindacato non farà sconti a nessuno". A Torino, Fausto Bertinotti e' stato contestato dai centri sociali.

A Roma, il primo maggio e' stato celebrato con il tradizionale concerto in
piazza San Giovanni, davanti a una folla, secondo gli organizzatori, di un milione di persone. Tra gli artisti sul palco, Manu Dibango e Piero Pelu'.

Proprio nel giorno della festa del lavoro, ieri, l'ennesimo incidente all'Ilva di Taranto, con 4 operai rimasti ustionati, nessuno in modo grave. In Sardegna un rullo ha schiacciato un braccio ad un operaio di 41 anni.

mercoledì 30 aprile 2008

FERRI E PIANALI DA 6 METRI SOPRA UN BAMBINO DI OTTO ANNI.......

Un bimbo di 8 anni schiacciato in un cantiere

Un bambino di otto anni e' stato travolto e ucciso da un carico che si è sganciato da una gru all'interno di un cantiere edile a Sutrio, in provincia di Udine. L'incidente e' avvenuto nel pomeriggio. Secondo una prima ricostruzione, il piccolo e' entrato nel cantiere per salutare il padre, un artigiano del luogo. Per cause in corso di accertamento, dalla gru si e' improvvisamente staccato il sostegno, che portava ferri e pianali per impalcature, alcuni dei quali piovuti da sei metri di altezza hanno colpito il bambino. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco e gli operatori del 118, che hanno cercato di rianimare il piccolo deceduto dopo circa un'ora. Pare che la gru fosse proprio manovrata dal padre. Lo racconta il sindaco di Sutrio, Sergio Straulino. I medici del 118, intervenuti assieme a Vigili del fuoco e Carabinieri, hanno cercato per circa un'ora di rianimarlo, ma il bambino e' deceduto a causa delle gravi lesioni riportate al torace e al capo. A Sutrio e' lutto cittadino.

VOLARE.

Muore precipitando da un tetto in costruzione
DAL SITO RAINEWS 24

Luciano Di Martino, 53 anni, di Pescara, titolare di una ditta per la realizzazione di coperture edili e' morto cadendo da una altezza di 10 metri in un cantiere. Stava controllando un tetto di cui aveva ultimato la costruzione in una ditta di trasporti di Miglianico. Durante il sopralluogo ha messo il piede su un lucernario in pvc che ha ceduto: e' precipitato da un'altezza di 10 metri. E' stato soccorso e trasportato con un'ambulanza del 118 all'ospedale di Chieti dove e' morto subito dopo l'arrivo.

schiavitù 2008

Piccoli schiavi cinesi lavoravano 10 ore al giorno per 3 centesimi di euro
dal sito rainews24

In una citta' della provincia meridionale del Guangdong, sono stati trovati piu' di un migliaio di bambini, tutti tra i 9 e i 16 anni, costretti a a lavorare nelle fabbriche con turni massacranti, 300 ore al mese. E' successo nella città di Dongguan, centro produttivo di manufatti alla moda. I piccoli erano stati venduti per pochi soldi dalle loro famiglie ed erano costretti a lavorare con turni massacranti, pagati appena 35 centesimi di yuan l'ora, nemmeno 3 centesimi di euro. La vicenda ricorda drammaticamente il ritrovamento dei piccoli-schiavi nelle fabbriche di mattoni dello Shanxi e dell'Henan. La polizia finora ha liberato 167 piccoli, scrive la stampa cinese, e ha creato un task-force per trovare tutti gli altri. A rivelare la rete criminale che aveva organizzato il commercio di bimbi-schiavi e' stato un giornalista che si e' finto proprietario di una fabbrica. I ragazzini provengono tutti da Liangshan, un'area poverissima nella provincia di Sichuan, e sono stati comprati per una manciata di denaro, dai 200 ai 300 yuan, l'equivalente di 30-40 euro. Play Fair 2008, un’alleanza che riunisce sindacati e la Clean Clothes Campaign, di recente ha diffuso un rapporto sullo sfruttamento di minori anche per le produzioni legate a Pechino 2008. Ragazzini di 12 anni, pagati la metà del salario minimo stabilito per legge, sono stati trovati a lavorare per un fornitore ufficiale di gadget per i giochi olimpici.

lunedì 28 aprile 2008

ANCORA TRATTORE

Dal sito rainews24

Un ventenne, Luigi Guzzetti, e' morto oggi in un incidente sul lavoro mentre era alla guida di un trattore nelle campagne di Cropani, un centro del Catanzarese.

Il giovane stava arando un podere di proprieta' della sua famiglia per aiutare il padre, quando il mezzo, per cause da accertare, si e' ribaltato finendo in un fossato e schiacciandolo. Guzzetti e' morto sul colpo.

mercoledì 23 aprile 2008

+6 "io ci rinuncio"

DAL SITO RAINEWS24

Sei morti nella sola giornata di ieri nei luoghi di lavoro, a Taranto, nel padovano, vicino a Frosinone, sulla linea ferroviaria Bologna-Ferrara e alla Fincantieri di Monfalcone. In gravi condizioni altri due operai, uno a La Spezia e uno nel Salernitano. I sindacati Fim Fiom e Uilm hanno proclamato per
oggi uno sciopero di un'ora in tutti gli stabilimenti del gruppo Fincantieri, di otto ore a Monfalcone.

Si chiamava Iuko Jerco e aveva 41 anni il lavoratore croato morto nel tardo pomeriggio di ieri al cantiere Fincantieri di Monfalcone (Gorizia).
L'episodio e' avvenuto all'interno di un'officina e l'operaio, che lavorava per conto di una ditta croata sarebbe rimasto schiacciato da un macchinario.

Cancelli bloccati alla Ilva di Taranto
Centinaia di lavoratori delle ditte dell'appalto dell'Ilva di Taranto questa mattina hanno bloccato i cancelli delle portinerie-imprese dello stabilimento per richiamare l'attenzione sulle condizioni di sicurezza all'indomani dell'incidente costato la vita a Gjoni Arjan, di 47 anni, di nazionalita' albanese, che lavorava per una ditta in appalto per l'Ilva di Taranto.
Il primo turno di lavoro, che avrebbe dovuto cominciare alle 7, per i lavoratori dell'appalto-Ilva non e' ancora cominciato.

E' morto in ospedale Gjoni Arjan, 47 anni, operaio della ditta Pedretti, impresa che lavora in appalto per l'Ilva di Taranto, caduto mentre insieme con il caposquadra stava lavorando all'assemblaggio di strutture metalliche su una passerella a 15 metri da terra. L'uomo aveva riportato gravissimi traumi al torace e alle gambe. Sulla dinamica dell'incidente indagano i carabinieri della compagnia di Taranto.

Le altre vittime
Due fratelli, Stefano e Diego Trovo', sono morti folgorati alla 'Eurosfusi', un'azienda di autotrasporti di Schiavonia d'Este (Padova). Pare che i due stessero lavorando alla pulizia della cisterna di una betoniera quando con una lunga spazzola idraulica hanno toccato i cavi della linea a media tensione, venendo raggiunti da una scarica elettrica.

Un operaio edile è morto ieri mattina precipitando da un'altezza di otto metri mentre stava lavorando alla ristrutturazione del tetto di un'abitazione di Villa Santo Stefano, nel frusinate.

Un altro incidente mortale è avvenuto nel ferrarese, la vittima è un operaio bosniaco di 21 anni, Adis Masinovic, residente nella provincia di Treviso.

Due i feriti
Un operaio 40enne spezzino, dipendente di una ditta privata che sta effettuando lavori edili di risistemazione del manto stradale al molo Fornelli del Porto della Spezia, stava lavorando sulla banchina dello scalo quando è finito col braccio in una pompa di cemento. Il ferito è stato trasportato in gravi condizioni in elicottero prima all'ospedale San Martino di Genova e poi al San Paolo di Savona, nel disperato tentativo di salvargli l'arto.

La gamba sinistra amputata e l'altra a rischio. E' questo l'infortunio subito oggi da un operaio in provincia di Como. La vittima e' Oscar Facheris, 46 anni, dipendente in una azienda di Senna Comasco. Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, l'uomo e' rimasto schiacciato da un muletto in movimento per cause ancora da chiarire. Il quadro clinico del ferito e' definito dai sanitari "decisamente complesso".

martedì 22 aprile 2008

Cade da dieci metri in un cantiere del ragusano, gravissimo un operaio di 36 anni

Dal sito rainews 24

Un operaio ragusano di 36 anni, B.L., e' caduto questo pomeriggio da un'altezza di circa dieci metri e si trova ricoverato in prognosi riservata all'Ospedale Civile di Ragusa.

L'uomo stava lavorando sul tetto di un capannone di una ditta iblea che costruisce ascensori nella zona industriale del capoluogo. Per cause ancora da accertare ha perso l'equilibrio ed e' precipitato sul suolo.

Ha riportato una frattura alla base cranica, lesioni alla colonna vertebrale e fratture alle braccia e alle gambe. Le sue condizioni sono disperate. La magistratura ha aperto un'inchiesta e un'indagine e' stata avviata anche dall'Ispettorato provinciale del lavoro.

Napolitano: "Quella delle morti sul lavoro e' una questione nazionale"

Dal Sito rainews24

"Quella delle morti sul lavoro e' una questione nazionale di grande drammaticita' e peso umano e sociale. Ma stavolta, per il modo in cui tanti giovani operai hanno perso la vita, siamo di fronte a qualcosa che va oltre: a qualcosa di atroce". E' quanto scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo contributo al volume che accompagna la mostra "Chi muore al lavoro" sulla tragedia della ThyssenKrupp del 6 dicembre scorso, presentata, oggi, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.

"Sento fortissima la pena di dover tornare ad esprimere sentimenti di lutto ed indignazione. Ma sento il dovere di ritornare su considerazioni e appelli che rimangono, purtroppo, di dolorante attualita'. Occorre - prosegue il Capo dello Stato - che ciascuno si assuma le sue responsabilita'. A cominciare dalle imprese, ognuna delle quali, quando si verifichi un incidente sul lavoro o comunque grave, deve dar conto dei propri comportamenti dinanzi alla magistratura e a tutti i poteri interessati".

"Tutte le imprese - afferma ancora il Presidente Napolitano - devono essere pronte a raccogliere, prima che sia troppo tardi, gli allarmi e le segnalazioni che vengono dai sindacati e dagli stessi lavoratori. Debbono far meglio la loro parte le stesse rappresentanze dei lavoratori. E oltre che dalle forze politiche, sociali e culturali, anche dai mezzi di informazione deve venire l'impulso necessario all'affermazione di una rinnovata cultura del lavoro, del suo ruolo, della sua dignita', della sua tutela".

"Negli ultimi tempi - conclude nel suo messaggio il Presidente Napolitano - sono state introdotte misure di rafforzamento delle normative e dei controlli volti a prevenire e sanzionare incidenti cosi' numerosi e gravi. E se puo' darsi che occorra, su cio' Governo e Parlamento devono fare chiarezza, modificare ulteriormente le leggi che intervengono su tale scottante materia, e' assolutamente certo che siano necessari sforzi maggiori per imporre e verificare il rispetto dei vincoli di legge gia' vigenti".

Muore un contadino nel lecchese, schiacciato da una balla di fieno

DAL SITO RAINEWS24

Un contadino di 53 anni e' morto travolto da una gigantesca balla di fieno che gli è caduta addosso mentre la stava scaricando da un autocarro. L'incidente e' avvenuto stamani in un'azienda agricola di Costa Masnaga (Lecco). Nessuno, tuttavia, avrebbe assistito al dramma e l'uomo e' morto senza che qualcuno potesse aiutarlo.

Secondo quanto ricostruito, come ogni giorno, di buon mattino ha raggiunto i suoi campi a Cascina Iolanda dove ha caricato su un autocarro diverse balle di fieno. Poi le ha portate a destinazione. Mentre stava agganciando le corde che lo avrebbero aiutato a farle scivolare a terra, una di queste, del peso di oltre cinque quintali, gli e' caduta addosso schiacciandolo in pieno. Il suo corpo ormai privo di vita e' stato trovato qualche ora dopo, attorno alle 9.30. Inutile ogni tentativo di rianimarlo.

martedì 15 aprile 2008

Muore operaio della ThyssenKrupp di Terni, colpito da un braccio meccanico

DAL SITO RAINEWS24

Ennesima morte bianca e ancora una volta si tratta di un operaio, che stava lavorando per la ThyssenKrupp-Ast di Terni. Umberto Aloe, 59enne originario di Napoli, stava lavorando alla realizzazione di alcune opere per la messa in sicurezza di uno dei reparti dello stabilimento ThyessenKrupp, quando e' stato colpito da un braccio meccanico di un escavatore. Aloe era dipendente di ditta esterna alla multinazionale tedesca.

Sul caso la questura di Terni sta indagando e sta ascoltando i colleghi della vittima. L'operaio lavorava per una ditta edile impegnata a realizzare nell'area della ex Terninoss un sottopassaggio.

La Thyssenkrupp-Ast è stata al centro dell'attenzione dopo il rogo avvenuto nello stabilimento di Torino, che provocò la morte di 7 operai. Sei persone furono indagate. L'incidente avvenne tra il 5 e il 6 dicembre dello scorso anno. E oggi un nuova morte bianca ancora alla Thyessenkrupp.

lunedì 14 aprile 2008

22 E 45, ANNI PERSI.

Dal sito rainews24
Due morti sul lavoro, sono due operai stranieri


Un operaio romeno di 22 anni, di un'azienda per la manutenzione di sistemi antincendio, e' morto in un incidente sul lavoro. L'incidente e' avvenuto all'interno di uno stabilimento di Castrette di Villorba. Il giovane, secondo i primi accertamenti, sarebbe precipitato al suolo da una serranda di 'sovrapressione', compiendo un volo di alcuni metri. Soccorso e portato in elicottero all'ospedale di Treviso, il ragazzo e' morto poco dopo.

A Castelbelforte, nel mantovano, c'è stato un secondo incidente mortale in una fabbrica specializzata nella lavorazione di materiali plastici. Un operaio di origine algerina è rimasto schiacciato dai rulli compressori mentre faceva manutenzione ad una macchina. La vittima e' Saadane Hocine, algerino di 45 anni, sposato e con due figli. Inutile i tentativi di soccorso da parte del collega e dei medici del 118: il quarantacinquenne e' morto sul colpo.

venerdì 11 aprile 2008

+2

Due incidenti mortali sul lavoro, l'ultimo nel napoletano
dal sitorainews24

Massimo Borriello, 36 anni, di Vietri sul Mare, autista di un tir che trasportava prodotti agroalimentari in una azienda conserviera di Sant'Antonio Abate, nel napoletano, è morto schiacciato da due casse del carico.

Il fatto è accaduto nel deposito-parcheggio dell'azienda cui erano destinati i prodotti, la "Antonino Russo". Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia, subito intervenuti, Borriello stava seguendo il lavoro di scarico compiuto con l'ausilio di un muletto in piedi accanto al portellone aperto del camion.

Il suo mezzo era probabilmente carico oltremisura, e alcune casse erano state sistemate di traverso. La forcella del muletto, in questo modo, non è riuscita a sollevare senza problemi due di queste, che, sbilanciate, sono franate addosso all'uomo, uccidendolo sul colpo.

Stessa sorte per un operaio di Busto Arstizio
Un operaio extracomunitario di 26 anni èmorto stamani in un cantiere edile di Busto Arsizio, in provincia di Varese.

Secondo quanto ricostruito finora il giovane manovale sarebbe stato schiacciato da un carico sospeso che si è sganciato improvvisamente da una gru nel rione di Sacconago. Il lavoratore e' morto all'istante. Del caso si sta occupando la Polizia.

giovedì 10 aprile 2008

Operaio cade in un cantiere. In Sardegna e' il terzo incidente sul lavoro in 3 giorni

DAL SITO RAINEWS24

E' morto per le gravi ferite riportate in una caduta l'operaio soccorso nel pomeriggio a Portovesme, nel Sulcis-Iglesiente, in un incidente sul lavoro. E' il terzo morto registrato in Sardegna negli ultimi tre giorni.

L'incidente, che ha provocato lo sfondamento della base cranica del lavoratore, è avvenuto poco dopo le 16 in località Paringianu alla Sicmi Montaggi, una ditta che ha in appalto attività di manutenzione negli stabilimenti industriali di Portovesme. A chiamare il 118 sono stati - secondo le prime frammentarie informazioni - i colleghi di lavoro dell'operaio, che perdeva molto sangue.

L'uomo stava lavorando su un cilindro quando, per cause in corso di accertamento, è caduto da un'altezza di quattro metri.

A Cagliari morto un elettricista in un tombino

Un operaio intento nella sistemazione di una pompa sommersa è morto ieri sera a Cagliari. E' stato trovato poco dopo le 21:30 con il viso immerso in un tombino colmo d'acqua.

Il fatto è avvenuto in via Boiardo, nel cortile di un palazzo della Telecom, dove un elettricista di una ditta privata, Eolo Casu, di 49 anni, di Mogoro, stava lavorando da solo alla sistemazione di una pompa. Ancora non è chiaro come sia accaduto l'incidente.

L'uomo potrebbe essere rimasto folgorato e poi esser caduto nel tombino pieno d'acqua o è rimasto incastrato e non è riuscito a sollevarsi. Per individuare le cause della morte il magistrato competente ha disposto un'autopsia. In Sardegna è la seconda morte sul lavoro in due giorni.

Sull'incidente la magistratura di Cagliari ha aperto un'inchiesta. Nel registro degli indagati è stato iscritto il titolare della ditta per la quale lavorava la vittima.

Un atto dovuto: le indagini avviate dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia dovranno infatti stabilire, oltre alle cause della morte, eventuali responsabilità nel caso venissero accertate violazioni delle norme sulla sicurezza nei posti di lavoro.

Sepolto da una frana
Lunedì scorso un altro operaio era morto sepolto da una frana in una cantiere stradale sulla statale 131.

martedì 8 aprile 2008

GALLERIA

DAL SITO RAINEWS24
In Sardegna muore un operaio nel crollo di una galleria
E' stato trovato morto Orazio Statzu, l'operaio di 35 anni travolto dal crollo di una galleria in costruzione sulla Statale 131 tra le località di Sant'Anna e Marrubiu, in provincia di Oristano. L'uomo è rimasto un paio d'ore sotto la frana ed è morto, molto probabilmente, di asfissia. In un secondo cedimento della parete, mentre erano in corso le operazioni di soccorso, è rimasto ferito anche un pompiere subito recuperato. Due le inchieste aperte sull'incidente, una della magistratura l'altra del Ministero delle Infrastrutture. Anche l'ANAS ha nominato una sua commissione di inchiesta per capire le cause dell'incidente.

lunedì 7 aprile 2008

INVESTITO

Dal sito rainews24
Incidente sul lavoro a Potenza, agricoltore muore investito da un autocarro



L'agricoltore Vito Prussiano, 74 anni, e' morto la notte scorsa negli Ospedali riuniti di Foggia, in seguito alle ferite riportate ieri mentre era nella sua azienda agricola di Lavello (Potenza) dove e' stato investito da un autocarro in retromarcia.

Dopo l'incidente, Prussiano e' stato soccorso prima all'ospedale di Canosa (Bari) e poi trasferito a Foggia, dove e' stato ricoverato nel reparto di rianimazione con ferite a diverse parti del corpo e con un trauma addominale. Sull'incidente indagini sono in corso da parte dei Carabinieri.

venerdì 4 aprile 2008

FOLGORATO

Incidente mortale sul lavoro vicino Cuneo, folgorato un operaio
DAL SITO RAINEWS24


Un uomo di 52 anni e' rimasto folgorato a Centallo, nel cuneese, nei pressi del cavalcavia ferroviario in zona San Biagio, dopo le 14.

Sarebbe morto sul colpo l'uomo che, oggi pomeriggio, stava compiendo lavori di manutenzione con alcuni colleghi su pali dell'alta tensione, lungo una linea ferroviaria nella zona di Centallo, nel cuneese. L'operaio e' stato folgorato ed e' caduto a terra: si tratta di Aldo Botasso, 52 anni di San Rocco Bernezzo (CN), sposato e padre di due figli, dipendente Rfi - Rete ferroviaria italiana (gruppo Fs).

L'incidente sul lavoro e' avvenuto dopo le 14 all'altezza del cavalcavia in direzione Roata Chiusani: inutili i soccorsi dei colleghi e del 118, il cui personale e' giunto sul posto anche con l'elicottero, ma per l'uomo non c'e' stato nulla da fare. Ne e' seguito il sopralluogo di Vigili del Fuoco, Carabinieri e tecnici Spresal per cercare di ricostruire la dinamica dell'accaduto.

mercoledì 2 aprile 2008

.......Trattore...

Si ribalta il trattore, muore un agricoltore pugliese

Un agricoltore, Ruggero Dimonte, di 48 anni, di Barletta, è morto travolto dal trattore che guidava che si sarebbe ribaltato per il cedimento del terreno. Il corpo senza vita dell'uomo è stato trovato, insieme con il mezzo agricolo, in una fossa poco visibile dalla strada nelle vicinanze di un terreno di sua proprietà, in contrada 'La Marchesa', sulla strada che collega Barletta a Canosa di Puglia.

A dare l'allarme sono stati i familiari dell'agricoltore preoccupati che l'uomo, uscito nelle prime ore di ieri mattina, nel pomeriggio inoltrato non fosse ancora tornato a casa.

Ad avanzare l'ipotesi dell'incidente gli agenti del commissariato di polizia di Canosa di Puglia, dopo prime indagini che hanno escluso un eventuale impatto tra il trattore e altri mezzi. Secondo la polizia, che ha trovato il corpo dopo le 21, l'incidente nel quale l'agricoltore ha perso la vita potrebbe essere accaduto tra le 17 e le 18 di ieri.

In rianimazione operaio folgorato in provincia dell'Aquila
Stava tagliando i rami di un albero dall'interno di un cestello elevatore di un autocarro quando èstramazzato dopo aver colpito con la testa alcuni fili di corrente di media tensione. L'incidente sul lavoro, accaduto stamani a Fossa, un piccolo comune a pochi chilometri dall'Aquila, ha visto protagonista un operaio romeno, D.G.I., ricoverato in rianimazione. I primi a soccorrerlo sono stati alcuni amici del giovane che ha 31 anni, è stato rianimato sul posto dai sanitari del 118. Le sue condizioni sono gravi.

SEMPRE VIA LIBERA

Via libera al decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro

dal sito rainews24


Via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto legislativo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Con il disco verde del governo al provvedimento viene attuata anche l'ultima parte della legge delega 123 dell'agosto scorso (Testo unico sulla sicurezza).

"Ce l'abbiamo fatta, il decreto legislativo non era scontato. E' il testo più avanzato nella legislazione europea". Lo ha affermato il ministro dimissionario del Lavoro, Cesare Damiano, sul dlgs in materia di sicurezza del lavoro.

Soddisfatto anche il ministro della Salute, Livia Turco. "E' stato fatto un lavoro di squadra, un lavoro straordinario: cambiano le norme sulla sicurezza. E' una legge che si basa sulla promozione della sicurezza e l'assunzione di responsabilità del mondo delle imprese. Si tratta di norme che avviano un processo molto, molto significativo".

Le nuove norme
Piena tutela contro gli incidenti per tutti i lavoratori, compresi i precari e quelli del telelavoro così come quelli di impresa familiare e gravi sanzioni per chi non rispetta le regole. Nel dettaglio:

Sanzioni. E' previsto l'arresto da quattro a otto mesi o con l'ammenda da 5.000 a 15.000 euro per il datore di lavoro nei casi "di non effettuazione della valutazione dei rischi" e in caso di mancata preparazione del documento che stima appunto i pericoli per i lavoratori. La mancata nomina del responsabile del servizio di prevenzione comporta l'arresto da sei mesi a un anno quando interessa imprese altamente pericolose come per la fabbricazione di esplosivi, la lavorazione di agenti cancerogeni, il lavoro in miniera, i cantieri edili particolarmente complessi.

In caso di colpa in un incidente gravi con feriti o morti, si rischiano sanzioni amministrative fino a 1.500.000 euro, la sospensione dell'attività e l'interdizione alla collaborazione con le pubbliche amministrazioni, la partecipazioni ai pubblici appalti e gare d'asta, oltre alle imputazioni di carattere penale per lesioni o omicidio colposo.

Incompatibilità. Il personale delle pubbliche amministrazioni al controllo e alla vigilanza della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro non può svolgere attività di consulenza presso le aziende ad alcun titolo.

Prevenzione nei luoghi di lavoro. Le misure generali di tutela dei lavoratori prevedono la valutazione ed eliminazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza; l'utilizzo minimo di agenti, lavorazioni e macchinari pericolosi; misure di protezione collettiva e individuale, controllo sanitario, informazione e formazione dei lavoratori e dei dirigenti; pianificazione di misure di emergenza, manutenzione regolare dispositivi sicurezza. I costi di queste misure non devono mai ricadere sui lavoratori. Rispetto a quanto definito inizialmente, le aziende hanno tre mesi in più di tempo per effettuare la valutazione dei rischi e le disposizioni connesse.

Obblighi del datore di lavoro. Dovrà valutare i rischi ed elaborazione un documento sia in caso di normali attività lavorative che in caso di appalto e subappalto. Sarà anche suo compito designare il responsabile del servizio di prevenzione e nominare il medico competente. Gli spetta poi individuare i lavoratori incaricati al servizio di emergenza e prevenzione incendi, di salvataggio e primo soccorso, ai quali devono essere forniti i dispositivi di protezione individuale.

Il datore è anche responsabile dell'osservanza da parte dei lavoratori di tutte le misure previste dalle norme in vigore, informando in tempo reale i lavoratori in caso di pericolo grave e immediato. Sarà anche suo compito munire tutti i lavoratori di una tessera di riconoscimento anche per quelli che lavorano nelle ditte in appalto e subappalto.

Libretto sanitario. Riguarda il rischio personale per ogni lavoratore e seguirà l'intera vita lavorativa, anche quando si cambierà lavoro o mansione. I dati saranno annualmente comunicati al Servizio Sanitario Nazionale tramite la Asl. Sarà così possibile avere a disposizione una informazione epidemiologica per milioni da lavoratrici e lavoratori sottoposti a visite mediche professionali. Confermato l'obbligo per le aziende di tenere un registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni.

martedì 1 aprile 2008

CADONO TUTTI

DAL SITO RAINEWS 24

Un operaio di 44 anni è morto a Teramo, cadendo da un'altezza di circa 20 metri, durante lavori di smantellamento di una fabbrica. Ioann Mariciuk, romeno, era impegnato con due colleghi nel capannone ex Aquila d'Oro, ora di proprietà del Gruppo Malavolta, in via Gammarana, quando è precipitato nel vuoto per cause ancora da accertare.

Immediatamente condotto al pronto soccorso, vi è arrivato senza vita, per il gravissimo trauma cranico riportato nella caduta. Insieme ai colleghi il romeno stava rimuovendo macchinari e altro materiale ferroso. Gli agenti della polizia, intervenuti sul posto, non hanno ancora ricostruito la dinamica: non si sa se l'uomo abbia perso l'equilibrio mentre tagliava qualcosa o se sia stato colpito da un oggetto caduto dall'alto.

In base alle testimonianze finora raccolte, anche gli altri due operai hanno seriamente rischiato di cadere.

Altra caduta fatale a Caserta

Stessa sorte è toccato stamani a un altro operaio, precipitato a Caserta da una impalcatura di un cantiere al centro della città, in corso Trieste. L'uomo, Michele Sposito De Lucia, di 39 anni, era stato ricoverato dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano del capoluogo casertano per le molteplici fratture riportate. Ennesima vittima di un incidente sul lavoro, l'uomo era sposato con figli.

Il Comune di Caserta annuncia il lutto cittadino per la morte di Michele Sposito De Lucia. Sulle cause dell'incidente stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Caserta, mentre due inchieste sono state aperte dalla Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere e dall'Ispettorato del lavoro.

Michele Sposito De Lucia non indossava l'imbragatura prevista dalle norme per la sicurezza sul lavoro, mentre si trovava sul saliscendi dal quale è precipitato da un'altezza di venti metri. E' questo quanto emerge dai primi rilievi dei carabinieri. L'uomo aveva pero' regolarmente indossato il casco.

Verona, un agricoltore schiacciato da un trattore
Un agricoltore veronese è morto schiacciato dal trattore con cui stava lavorando nella campagna d Vestenanova (Verona). La vittima si chiamava Angelo Siviero, di 75 anni. L'uomo era uscito col trattore per lavorare i campi quando, per cause in corso di accertamento, il mezzo si è ribaltato. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri di San Giovanni Ilarione.

Nel piemontese un agricoltore ferito grave
Un altro anziano agricoltore di San Sebastiano Po, in provincia di Torino, Giovanni Bertolo, 80 anni, è stato travolto sempre dal trattore con il quale stava tagliando la legna nel bosco, in regione Cimbria. Bertolo è stato ricoverato in gravi condizioni.

UN PICIRIDDU

E' morto il ragazzo caduto dal tetto di una scuola di Roma
dal sito rainews24

E' morto Alessandro, il ragazzo precipitato ieri dal lucernaio di una scuola nel quartiere residenziale di Casal Palocco, alle porte di Roma. A darne notizia la madre del giovane, uscendo dal reparto di rianimazione dell'ospedale Cto, dove era ricoverato. La donna ha aggiunto che la famiglia autorizzerà l'espianto degli organi del figlio.

Ieri sera il giovane era stato sottoposto ad un intervento di neurochirurgia. Nella caduta ha riportato una profonda frattura alla base del cranio.

Il quindicenne era salito insieme ad almeno un amico sul tetto della scuola 'Alessandro Magno', nella zona dell'Axa, quando passando sopra un lucernario in plexiglass, la lastra ha ceduto e i giovani sono precipitati facendo un volo di una decina di metri.

lunedì 31 marzo 2008

Solidali---Comunicando

  • COBAS

Del lavoro privato

Aderente a COBAS - CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE Sede nazionale: Viale Manzoni, 55 - 00185 Roma- Tel.0677591926 Fax 0677206060

Sito internet:http:www.cobas.it e-mail tlc@cobas.it

Sede Provinciale Vico della Quercia,22 Napoli tel/fax.0815519852


La Fiat uccide ancora a Melfi


Domenico Mononopoli operaio è morto precipitando da una cabina di verniciatura.


E' la seconda vittima in pochi mesi nello stabilimento lucano e conferma come i grandi gruppi industriali tra cui la Fiat e la stessa Confindustria, non abbiano alcuna intenzione, al di là delle dichiarazioni legate alle tragedie, di allentare le catene dello sfruttamento.

Lo hanno dimostrato pubblicamente, opponendosi al recente decreto sulla sicurezza sul lavoro.

E così si rischia di morire o si muore nello stabilimento Fiat di Cassino, nell'indotto di Chivasso, a Mirafiori in cui è stato ferito un giovane operaio e a Pomigliano, al primo giorno di riapertura dello stabilimento, dopo i due mesi di formazione/lavaggio del cervello, in cui si è sfiorato un grave incidente. In questo stesso stabilimento sono morti sei lvoratori negli ultimi dieci anni.

La Fiat, intanto continua a percepire miliardi di finanziamenti dallo stato, ma nulla cambia negli impianti produttivi che restano obsoleti e pericolosi.

I colpevoli ritardi della magistratura e delle A.s.l. competenti, che nonostante le centinaia di denunce fatte soprattutto dai sindacati di base, hanno di fatto garantito sempre l'impunità dei padroni e quindi il protrarsi di questa drammatica situazione.


E' ormai il lavoro stesso ad essere sempre più il serial killer delle nostre vite: si muore nelle piccole e grandi aziende, nei cantieri e nei campi.

La flessibilità, che al di là di qualsiasi chiacchera preelettorale coincide con la precarietà, l'intensificazione dei ritmi, la scarsa applicazione delle misure di sicurezza e l'abbassamento delle tutele sindacali e non , sono il frutto delle criminali politiche neoliberiste, portate avanti dai vari governi succedutisi con il beneplacido di C.G.I.L., C.I.S.L.e U.I.L.

In questa campagna elettorale in cui i principali partiti fanno a gara a amico dei padroni, il duo Marchionne-Montezemolo vuole modellare il rapporto di lavoro e le relazioni sindacali dell'intero Gruppo Fiat,con l'intensificazione dei ritmi produttivi e obbedienza, ricattando i lavoratori con raffiche di provvedimenti disciplinari e licenziamenti.


Continueremo a batterci e contro lo sfruttamento e la precarietà che causano le morti sul lavoro, tanto più oggi in cui è urgente creare un fronte comune di mobilitazione generale e di lotta, a tutela della vita e della dignità di ogni singolo lavoratore.



COBAS FIAT POMIGLIANO

27/3/08 Pomigliano d'Arco

L'amputato

Incidenti sul lavoro a Trieste, portuali in sciopero a oltranza Dal sito rainews24


E' questa la immediata conseguenza dell'incidente sul lavoro avvenuto ieri allo scalo giuliano dove il trentenne Alessandro Paoluzzi, dipendente della compagnia portuale di Trieste, ha riportato nel piazzale ferroviario la parziale amputazione di una gamba dopo essere rimasto schiacciato da un locomotore per il trasporto merci.

Stamani circa 150 lavoratori portuali hanno messo in atto una protesta spontanea sulle Rive a Trieste per chiedere misure urgenti per la sicurezza sul lavoro. Una decina di lavoratori e' stata poi ricevuta in prefettura dal prefetto Giovanni Balsamo.

Il prossimo incontro e' stato fissato per lunedi' nel tentativo di chiudere quanto prima l'accordo sul protocollo d'intesa sulla sicurezza per il quale la trattativa e' gia' in fase avanzata. L'intesa e' gia' stata sottoscritta nei porti di Genova, Ravenna, Napoli e Venezia.







giovedì 27 marzo 2008

ALCUNI BANCALI

Muore in cantiere a Parma, denuncia della Filt-Cgil
dal sito rainews24

Marco Gelati, un operaio di 52 anni di Parma, ha perso la vita la scorsa notte a Parma travolto da alcuni bancali che stava sollevando con un carrello elevatore in un magazzino gestito dalla Cooperativa Taddei, per conto della societa' di logistica Number One.

Stando ai primi accertamenti, l'uomo, che era alla guida del carrello, sarebbe stato colto da malore e avrebbe perso successivamente il controllo del mezzo che avrebbe cosi' rovesciato sull'operaio il materiale.

Sull'incidente e' stata aperta un'indagine da parte della Procura di Parma e dell'Ispettorato del Lavoro.

Denuncia della Filt-Cgil
"A quanto risulta il magazzino nel quale stava operando era stato recentemente oggetto di verifiche ispettive. La Cooperativa Taddei, della quale Gelati era socio lavoratore, non e' certo di quelle che hanno alti turn over e personale gettato nella mischia con pochi scrupoli. Al contrario si puo' dire sia caratterizzata da assetti piuttosto stabili e personale di una certa esperienza". E poiche', spiega Fabio Garavina, segretario Filt-Cgil di Parma, "la somma di questi elementi non torna", "chiediamo agli inquirenti di fare piena luce sull'accaduto".

Se infatti per il rappresentante dei lavoratori "non siamo quindi fino ad ora in condizione di parlare di un incidente sul lavoro", tuttavia, se le indagini dovessero affermare l'ipotesi di un infortunio, "la questione non potrebbe che volgere in denuncia anche da parte delle organizzazioni sindacali". Alla famiglia della vittima "il profondo cordoglio del sindacato".

Ma, "al di la' di qualsiasi riferimento a fatti dei quali non e' ancora sufficientemente chiara la dinamica - ha aggiunto Valentina Anelli, segretaria confederale Cgil con delega sulla sicurezza - c'e' comunque nel nostro paese il grande tema della scarsa sicurezza nei posti di lavoro. Troppo spesso trascurata e troppo spesso causa di veri e propri 'sacrifici umani' quotidiani. Non bastano i pronunciamenti. Da questa situazione si puo' uscire soltanto se tutti i soggetti che sono coinvolti nel sistema produrranno uno sforzo condiviso ed eccezionale.

Almeno quanto eccezionale e' la situazione di carenza nell'applicazione di una normativa assolutamente significativa e fondamentale quale quella sulla sicurezza sul lavoro, oggi rafforzata dall'approvazione del testo unico".

4 metri

Sciopero dei lavoratori della Fiat a Melfi per la morte di un operaio
dal sito Rainews24.

Continua lo sciopero dei lavoratori della Fiat di Melfi fino alle 14, dopo l'incidente che ha causato ieri la morte di un operaio. Fermi tutti gli altri dipendenti del gruppo Fiat per 1 ora ad ogni inizio turno. A Potenza e' in programma una manifestazione.

L'incidente e' avvenuto nel reparto verniciatura, durante il turno di notte: Domenico Monopoli, 43 anni, e' morto dopo un volo di 4 metri da un soppalco.

Si tratta della seconda morte bianca alla Fiat di Melfi in soli 3 mesi. Nel dicembre scorso era morto un altro operaio, Luigi Simeone, 57 anni, che lavorava per una ditta esterna.

giovedì 20 marzo 2008

LA IDINET

LA IDINET AUGURA A TUTTO IL SUO PUBBLICO UNA FELICE PASQUA.

mercoledì 19 marzo 2008

Via libera al decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro


Dal sito rainews24

Via libera al decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro da parte delle commissioni Affari sociali e Lavoro della Camera. L'ok, secondo quanto riferisce il presidente della commissione Lavoro Gianni Pagliarini, e' stato dato con il voto unanime della maggioranza ma con l'astensione da parte dell'opposizione. Le commissioni hanno espresso quindi un parere favorevole, cio' nonostante si sono riservate alcune osservazioni: "La filosofia principale dei nostri rilievi - spiega Pagliarini - e' che non ci debba essere alcun arretramento rispetto all'attuale legislazione". Sono due in particolare i capitoli sui quali sono intervenute le commissioni: "il primo riguarda appunto tutti quei casi in cui le pene sono state ammorbidite, come avviene nel caso di assenza del documento di valutazione del rischio - spiega ancora Pagliarini - in questo caso prima erano previsti o l'arresto o l'ammenda, mentre ora resta solo l'ammenda". La seconda osservazione riguarda invece il tempo a disposizione delle aziende per adeguarsi ai nuovi adempimenti: "In questo caso - afferma l'esponente del Pdci - abbiamo evidenziato l'opportunita' di differire, entro novanta giorni, l'entrata in vigore delle novita' ". Osservazioni che ovviamente "sono solo un auspicio - ricorda Pagliarini - non essendo vincolanti". Il presidente della commissione Lavoro evidenzia infatti il giudizio positivo nel complesso del lavoro fatto. Per quanto riguarda il calendario dei lavori, ora il decreto legislativo e' all'esame del Senato, che dovrebbe dare il via libera giovedi'; dopodiche' il provvedimento passera' all'esame del Consiglio dei Ministri per l'esame definitivo.

martedì 18 marzo 2008

COMUNICANDO COBAS

Comunicato stampa


La fabbrica genera ancora lutto e tragedia

Un lavoratore muore schiacciato da una pressa

alla MAC di Chivasso (To)


Un altro lavoratore è stato strappato alla vita a causa del lavoro che stava compiendo. Antonio Stramondinoli, 38 anni, sposato e padre di due figli, manutentore della Comau in servizio notturno presso la Mac, una fabbrica metalmeccanica del Polo industriale di Chivasso, è stato ucciso schiacciato da un cuscino di una pressa sulla quale stava intervenendo all’inizio del proprio turno di lavoro.


Un altro operaio morto, un altro manutentore è stata questa notte l’ennesima vittima della produzione industriale e del lavoro in fabbrica, in un reparto in cui solo pochi giorni fa era stata per un soffio evitata la tragedia in conseguenza del cedimento di un’altra pressa di lavorazione.


Lo sgomento e il dolore – in primo luogo dei colleghi di lavoro che hanno cercato immediatamente e inutilmente di soccorrerlo – si unisce alla rabbia per una morte che poteva e doveva essere evitata. Non può essere un caso se ancora una volta a venire colpito è un addetto alla manutenzione, una attività tanto più a rischio quanto la pressione della produzione e di produrre in fretta genera uno scambio ineguale e intollerabile tra lavoro e vita.


La Confederazione Cobas si stringe attorno alla famiglia del lavoratore ucciso e dichiarando lo sciopero per tutte le fabbriche del Polo Industriale invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a bloccare le produzioni e a far sentire la propria voce solidale e determinata contro la prevalenza della produzione e del profitto sulla vita umana e per rivendicare la difesa della salute, la qualità e dignità del lavoro dentro e fuori le mura della fabbrica.



Torino, 12 marzo 2008

Per l’esecutivo provinciale

Confederazione COBAS Torino

Diego Margon

lunedì 17 marzo 2008

VIVA LE DONNE

dal sito NOMORTILAVORO

Nel 2006 sono state 99 le morti sul lavoro che hanno riguardato le donne e che, vergognosamente, non hanno neanche conquistato l’onore delle cronache. Questo è quanto emerge dal rapporto diffuso dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) in occasione dell’8 marzo. Nel 2006 sono stati quasi 250.000 gli infortuni che hanno avuto come vittima una lavoratrice, ovvero il 27% del totale, in alcuni settori però la percentuale degli infortuni femminili supera quella maschile. Per esempio, tra il personale addetto ai servizi domestici 9 infortuni su 10 riguardano colf e badanti, per lo più straniere. Sono stati 20.683 gli infortuni sul lavoro che hanno colpito lavoratrici straniere nel 2006. Nella sanità i tre quarti degli incidenti colpisce donne, in genere infermiere. Mentre nella Pubblica amministrazione, nel settore alberghi e ristoranti e nell’istruzione gli infortuni femminili superano la metà del totale.



giovedì 13 marzo 2008

IL NUMERO VERDE

Infortuni lavoro: arriva numero verde per tutela vittime e familiari

dal sito LA SALUTE IN PILLOLE

Un numero verde - attivo da oggi - per consigli, informazioni e assistenza alle vittime di incidenti sul lavoro e ai familiari di chi non ce l'ha fatta. Ma anche un Osservatorio per fotografare il fenomeno, evidenziare le criticità della situazione italiana e suggerire possibili soluzioni. Sono solo alcuni dei campi di attività della neonata Associazione Lavoro & Sicurezza, presentata oggi a Roma, al ministero della Salute, all'indomani della tragedia di Molfetta, e nata da un'alleanza tra Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) e Amnil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro). Il Numero Verde 800 60 90 80, attivo dal lunedì al venerdì (9.00-18.00), vede impegnato un team di 10 persone, in grado di soddisfare un primo livello di bisogni. E, nel caso, di contattare un esperto che fornirà le indicazioni richieste entro 24 ore dal primo contatto. Ma la vera sfida degli ideatori dell'Associazione è quella di stringere accordi e protocolli d'intesa con il maggior numero possibile di organizzazioni interessate, per arrivare davvero a una maggior sicurezza nei luoghi di lavoro e a una miglior tutela delle vittime di infortuni. "Vogliamo agire su più fronti - spiega Pietro Mercandelli, presidente Amnil - prevenire situazioni di grave disagio, come le malattie professionali o gli infortuni, ma anche garantire la tutela dopo l'incidente alla vittima o ai familiari, con aiuti concreti e assistenza nel tempo. Insomma, vogliamo far conoscere a chi subisce un infortunio sul lavoro i suoi diritti". L'iniziativa di oggi, presentata "in un giorno di lutto, segna l'arrivo in campo di qualcosa di concreto - dichiara il presidente delle Acli, Andrea Olivero - rappresenta un salto di qualità nella battaglia contro gli infortuni sul lavoro e per la tutela della salute e dei diritti dei lavoratori". Ed è stata salutata con entusiamo dal ministro della Salute, Livia Turco, convinta che "l'Associazione farà del bene al Paese. E sarà un dono straordinario, un contributo importante per formare una cultura della prevenzione". Troppo spesso dopo un infortunio sul lavoro "ci si sente soli e spaesati, come davanti a un evento più grande di noi - evidenzia Zoello Forni, presidente della neonata associazione - Ecco, Lavoro & Salute vuol essere un efficiente paracadute per i lavoratori, sostenerli dopo e contribuire a proteggerli prima". "Dobbiamo ripartire con più forza dopo quanto accaduto ieri, e dare garanzie ai cittadini che nessuna impresa possa avere la tentazione di inserire il rischio incidenti fra i costi di budget. La vita umana - prosegue Olivero - non può essere monetizzata, ma va difesa a tutti i costi". Non è più "tempo di parole, non è più tempo di scaricarsi le responsabilità, non è più tempo di chiedere agli altri di fare qualcosa - gli fa eco Mercandelli - è tempo che ciascuno faccia quanto è nelle proprie possibilità". Il numero verde 800 60 90 80, che si avvarrà del supporto dell'Università degli studi di Siena, con la Facoltà di Medicina del Lavoro, e dell'AITeP (Associazione italiana tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro), fornirà da oggi informazioni e consulenze, assistenza e tutela.

VIA LIBERA

Via libera a decreto sulla sicurezza sul lavoro da conferenza Stato-Regioni
DAL SITO RAINEWS24

Via libera dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
sul decreto legislativo che razionalizza e innova la materia 'Salute Sicurezza del lavoro', in vista della successiva riunione della Conferenza Stato-Regioni che il ministro Linda Lanzillotta ha convocato per questo pomeriggio a Roma.

"Abbiamo dato a maggioranza parere favorevole al decreto - dichiara Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni - con parere negativo della Regione Veneto che ha posto innanzitutto questioni di metodo. Tutte le altre Regioni hanno riconosciuto la necessita' dell'intervento".

"C'e' stata una distinzione della Regione Veneto e invece un caldo accordo delle altre Regioni", commenta il governanatore della Puglia Nichi Vendola.


mercoledì 12 marzo 2008

UN COLPO DI PISTONE

L'uomo, Antonio Stramandinoli, stava compiendo lavori di riparazione
a una pressa all'interno dello stabilimento Mac di Chivasso. Inutili i soccorsi

Incidente sul lavoro nel torinese
muore operaio trentasettenne


TORINO - Ancora una morte sul lavoro, questa volta nel torinese. La vittima è un operaio italiano dipendente della Comao, che, poco prima della mezzanotte di ieri, stava stava compiendo dei lavori di riparazione a una pressa all'interno della Mac di Chivasso (Torino), una ditta di stampaggio che opera per conto di diverse case automobilistiche, tra cui Fiat e Lancia.

Secondo quanto si è appreso, l'uomo è stato colpito da un pistone che serviva da ammortizzatore della pressa. Per ragioni ancora sconosciute, il pistone si è disarticolato dal macchinario, e l'ha colpito in modo mortale allo stomaco. E' stato soccorso in un primo momento dai colleghi; poi i medici del 118 hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

L'operaio si chiamava Antonio Stramandinoli, e aveva 37 anni. Era nato a Lombriasco, in provincia di Torino. Lascia moglie e due figli. Subito dopo l'incidente, sono arrivati sul posto colleghi della vittima. I sindacati hanno deciso di indire per oggi uno sciopero all'interno dello stabilimento Mac.

venerdì 7 marzo 2008

VARATO

Varato decreto sulla sicurezza sul lavoro. Confindustria: non salvera' vite umane
DAL SITO RAINEWS24

Cesare Damiano
Cesare Damiano

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro. Il provvedimento, che attua la legge delega 123 dell'agosto scorso, dovra' ora ricevere il parere delle commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Stato-Regioni, per poi tornare in Cdm per l'approvazione definitiva.

In una conferenza stampa tenuta al termine della riunione dell'esecutivo, il premier Romano Prodi ha assicurato che "questo decreto non ha intenti punitivi, non mette nel mirino le imprese ma mette al centro la tutela della persona umana e il suo diritto a un lavoro il più sicuro possibile".

Non bisogna fare "polemiche o contrapposizioni perché queste sono un'offesa nei confronti di tutti e soprattutto verso i lavoratori".

E' un testo unico che si attendeva "da 30 anni". Ora il provvedimento passera' alle commissioni parlamentari e alla Conferenza Stato-regioni per il parere.
"Confido in un parere positivo delle commissioni, per poi tornare in Consiglio dei Ministri ed approvare definitivamente il dlgs".

Il ministro della Giustizia Luigi Scotti ha spiegato che la pena massima prevista dalla nuova normativa è "l'arresto fino a 18 mesi".

Montezemolo: il decreto sulle morti bianche non salva vite umane
Il presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, ha detto che "inasprendo le pene e basta non si salvano vite. Vite preziose, che noi consideriamo il primo valore in azienda. Bisogna prevenire. L'impianto è tutto spostato sulle sanzioni e non sulle regole. Servono formazione, prevenzione, controlli e lotte a sommerso e lavoro nero".

“Si rischia l'ultimo atto di una sinistra anti-industriale e demagogica. Bisogna uscire da questo clima nel quale si sta facendo largo e non si capisce perché con questa urgenza, un inasprimento delle sanzioni che poco o nulla hanno a che vedere con politiche attive, di prevenzione e di formazione".

Il responsabile per le relazioni industriali di Confindustria, Giorgio Usai, conferma: "Il nostro giudizio è di insoddisfazione: si è persa una buona occasione per dare un ottimo servizio allo Stato".

Le sanzioni sono comminate "in modo indifferenziato: non c'e' un giusto equilibrio tra mancanze gravi e carenze formali o documentali".

Di tutt’altro avviso i sindacati che invece sostengono il provvedimento del governo. Paola Agnello Modica, segretario confederale della Cgil, soddisfatta: "Finalmente va in Consiglio dei ministri.…Abbiamo apprezzato il lavoro di confronto in questi ultimi mesi".

"E' positivo aver portato a casa il decreto - ha spiegato Paolo Carcassi, segretario confederale della Uil - aumentano le tutele per le persone e il coordinamento istituzionale sulla vigilanza sulla sicurezza del lavoro". Per la Cisl, "è stato un accordo positivo che aumenta l'impegno sul tema di sicurezza sul lavoro".

CONTROLLI IN SICILIA

Controlli in Sicilia per la sicurezza sul lavoro: 48 denunce
da sito rainews24

Oltre 120 cantieri edili sono stati ispezionati in Sicilia dai carabinieri per verificare le condizioni di sicurezza per i lavoratori. Denunciati 48 imprenditori per vari reati e violazioni in tema di mezzi di protezione e gia' applicate sanzioni pecuniarie per 500 mila euro.

L'operazione, che ha impegnato 300 militari, e' stata condotta tra il 4 marzo e stamattina dal Comando Regione carabinieri Sicilia e dal Nucleo ispettorato del lavoro, in collaborazione con l'assessorato regionale al Lavoro.

Nel corso delle verifiche e' emerso anche che il 25% dei lavoratori identificati erano impiegati 'in nero'. Rilevati, inoltre, elementi utili per accertare l'incidenza della mafia nel mondo degli appalti pubblici.

giovedì 6 marzo 2008

LA SCOSSA

DAL SITO RAINEWS 24

Un opeario di 39 anni è morto oggi pomeriggio a Cerano, in provincia di Novara. L'uomo, dipendente di una ditta di Legnano (Milano), specializzata in demolizioni, si occupava di una serie di lavori ai capannoni di un'azienda di Cerano, la Sisco, chiusa dal 2002.

Probabilmente l'operaio ha toccato alcuni fili che portavano la corrente elettrica ed è rimasto fulminato. Nonostante la fabbrica non fosse più attiva da sei anni, il contratto con l'Enel non era mai stato disdetto e quindi nella cabina elettrica c'era ancora la corrente. Ma non c'era più alcuna protezione.

SOTTO IL TRENO

DAL SITORAINEWS24
Operaio ucciso a Milano da treno in transito

Treni (archivio)
Treni (archivio)

Un operaio di una ditta che lavora per conto delle Ferrovie dello Stato e' stato travolto e ucciso da un treno in transito. E' accaduto la notte scorsa a Milano poco prima dell'una in via Cristina Belgioioso, alla periferia cittadina lungo la linea Torino-Milano.

In quel punto c'e' un cantiere, che stava per aprire, per alcuni lavori sulla massicciata. La vittima, 50 anni, e' il responsabile del cantiere. I lavori sarebbero dovuti incominciare poco dopo l'incidente. L'uomo e' stato immediatamente soccorso sul posto dal '118' ed e' morto poco dopo.

mercoledì 5 marzo 2008

FINALMENTE

Prodi: giovedi' i decreti sulla sicurezza. Damiano: resistenze da Confindustria.

"Giovedì mattina il Consiglio dei ministri approverà il decreto legislativo che
abbiamo elaborato in mesi di lavoro". Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio Romano Prodi dopo l'incontro a porte chiuse avuto per oltre un'ora nel palazzo del municipio di Molfetta con le famiglie dei cinque lavoratori morti nell'incidente di ieri.

"Questo è l'impegno che dobbiamo prendere di fronte alle famiglie delle vittime di questa tragedia alle quali abbiamo anche assicurato col presidente della Regione Puglia e i rappresentanti delle comunità locali aiuto e vicinanza".

"Ma bisogna anche dire che questo non basta, occorre un impegno, la messa in atto delle norme legislative; ci vuole l'impegno dei datori di lavoro e dei
lavoratori nell'applicare giorno per giorno le regole di sicurezza sul lavoro".

Nel pomeriggio il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, aveva però rivelato che "ci sono resistenze della Confindustria sul tema delle sanzioni. Mi auguro vengano superate. Il Paese si aspetta una risposta dovuta, seria e forte".

Come muoiono 5 operai?

Periti della procura di Trani al lavoro per accertare le cause della morte dei 5 operai a Molfetta
dal sito rainews24

I periti della procura di Trani sono al lavoro per trovare risposte alle molte domande aperte sull'incidente costato la vita a cinque persone, lunedi', al Truck Center di Molfetta. Innanzitutto: perche' quella cisterna era ferma da due mesi in un parcheggio di Bari dopo aver trasportato un carico di zolfo a fine dicembre? E ancora: trasportava solo zolfo? Interrogativi sui quali stanno indagando anche i carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinati dal Colonnello Gianfranco Cavallo. L'avvocato della Truck Center, Edi Marletta, ha denunciato che a poche centinaia di metri dallo stabilimento dove si e' verificato l'incidente una decina di giorni prima aveva aperto un centro commerciale dove ora si lamenta un cattivo odore di zolfo e altre sostanze che tengono lontani i clienti. Per questa mattina alle nove e' previsto un corteo di lavoratori che sfilera' per le strade di Molfetta in segno di lutto e protesta contro l'ennesima strage sul lavoro.

martedì 4 marzo 2008

Sempre e per Sempre

dal sito REPUBBLICA.IT


Fulminato dalle esalazioni di acido solforico il primo lavoratore, forse senza autorespiratore
Vittime anche i compagni scesi per aiutarlo. Un quinto in gravi condizioni

Molfetta, strage in un'autocisterna
Quattro operai morti intossicati


Molfetta, strage in un'autocisterna
Quattro operai morti intossicati" width="230">

I soccorritori alla Truck Center

MOLFETTA - Altre quattro croci nel cimitero dei morti sul lavoro. Uccisi a Molfetta dalle esalazioni di acido solforico sprigionate da un'autocisterna che trasportava zolfo. Il primo di loro, affacciato all'oblò del serbatoio, si è sentito male; gli altri sono morti per aiutarlo. In ospedale è ricoverato anche un quinto operaio. E' in rianimazione: le sue condizioni sono preoccupanti.


Morti nel tentativo di salvare il compagno. Tra le vittime - tre di Molfetta, una di Andria - c'è Vincenzo Altomare, titolare dell'azienda Truck Center, un operaio e l'autista dell'autocisterna che si sono gettati nel serbatoio dell'autocisterna con grande generosità e senza pensare troppo alle precauzioni. Hanno tentato di salvare il compagno di lavoro ma sono stati loro stessi vittime di quell'aria fetida e letale.

LA MAPPA

Le vittime.
L'incidente è avvenuto nel pomeriggio, intorno alle sedici, sotto il capannone all'estrema periferia di Molfetta, dove trovano rimessaggio i veicoli industriali. I soccorritori hanno disteso i corpi sul pavimento di cemento, nascosti sotto alcuni lenzuoli bianchi, a pochi metri dall'autocisterna bianca che si è trasformata nella loro bara: Vincenzo Altomare, 64 anni; Guglielmo Mangano, 44 anni; Biagio Sciancalepore di 24 anni, e Luigi Farinola, 37 anni.

Una vedova è incinta. Davanti al cancello dell'azienda, i parenti delle vittime sono mischiati ai tanti carabinieri, ai politici, ai vigili del fuoco. C'è una donna incinta che piange tra le altre donne che il lavoro ha reso vedove: è la moglie di uno degli operai morti intossicati. Darà alla luce una bambina tra qualche settimana ma la bambina non vedrà mai il suo papà.
Inchiesta della magistratura. L'azienda è stata sequestrata, l'autocisterna e il capannone dove era posteggiata sigillato da un nastro rosso e bianco. Forse il magistrato non ordinerà l'autopsia perchè è "palese la causa di morte", ma dai carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro, il pm vuole sapere se sono state rispettate tutte le norme antinfortunistiche.

La dinamica. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giovanni Micunco, ha ricostruito la dinamica dell'incidente. Una pompa d'acqua stava lavando l'interno della cisterna. Un primo operaio si è affacciato dal passo d'uomo per accertarsi come stava andando il lavoro. Investito da un'esalazione letale di acido solforico sprigionato dalla reazione zolfo e acqua, l'operaio è caduto nella cisterna. L'autista del veicolo e un altro operaio non hanno perso tempo e si sono calati nel tentativo di soccorrere il compagno di lavoro ma anche loro sono stati vittime dell'acido solforico. Qualcuno ha chiamato il titolare dell'azienda che era a casa e lui, mentre ancora in auto correva verso il capannone, ha telefonato al 118. Ma quando sono arrivati i pompieri, anche Vincenzo Altomare era disteso sul fondo dell'autocisterna.

"Una tragica catena di morte". L'incidente di oggi a Molfetta è del tutto simile a quello accaduto non più di un mese e mezzo fa a bordo di una nave attraccata a Porto Marghera. Morirono soffocati due operai calati nella stiva del mercantile satura di anidride carbonica; intossicato un terzo compagno di lavoro che aveva tentato di soccorrerli. "Una tragica catena di morte", come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dalla tragedia della Thyssen a oggi, si è registrato un lutto al giorno. A testimonianza che il problema della sicurezza sul lavoro è tutt'altro che risolto.

lunedì 3 marzo 2008

L'acciaio Cinese

L'acciaio radioattivo fa bene alla salute

DAL SITO CANISCIOLTI.INFO

E’ notizia di oggi quella secondo cui i carabinieri del Comando Tutela Ambiente hanno proceduto al sequestro di 30 tonnellate di acciaio inox provenienti dalla Cina, contaminate da Cobalto 60, isotopo radioattivo ad elevata radiotossicità e periodo di dimezzamento nell’ordine dei 6 anni.

Il materiale radioattivo era giunto in Italia lo scorso maggio (cioè quasi un anno fa) nel porto di La Spezia e proviene dal più grande impianto siderurgico del mondo di proprietà della società cinese Tysco. Il materiale grezzo contaminato è stato utilizzato da importanti società italiane che lo hanno lavorato e messo in commercio, ma i nomi delle suddette società non sono stati resi noti dai carabinieri, probabilmente per evitare che subissero un danno d’immagine. Sono state rese pubbliche solamente le province, Brindisi, Campobasso, Treviso, Milano, Lucca, Frosinone, Latina e Mantova dove sono stati effettuati i sequestri.

La contaminazione non è stata scoperta lo scorso maggio al momento dell’arrivo del carico in Italia, in quanto la nostra legislazione (nonostante 15 anni di governi “riformisti”) non prevede che siano effettuati controlli radiometrici al momento dello sdoganamento per quanto riguarda i materiali semilavorati, mentre limita tali controlli solo ai rottami metallici. A distanza di quasi un anno la contaminazione da Cobalto 60 è stata scoperta, in maniera fortuita, grazie a successivi controlli che avevano per oggetto gli scarti di lavorazione, quando già il materiale sotto forma di laminato si apprestava ad essere impiegato, e in parte probabilmente lo è stato, nelle diverse produzioni industriali di camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe ciminiere e quant’altro.

La notizia racchiusa in modesti trafiletti sulle pagine dei nostri giornali, quasi invisibile fra i fiumi di parole dedicati al Festival di Sanremo e alla campagna elettorale di Veltrusconi sarebbe già di per sé sconvolgente, se non fosse che la conclusione cui i media giungono per liquidare le conseguenze della vicenda, sconvolge in maniera assai più drammatica e profonda.

Sul Corriere della Sera, al fondo del trafiletto che tratta l’argomento, omettendo di citare il nome delle imprese incriminate, si può infatti leggere che “gli inquirenti escludono ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente”.

L’acciaio contaminato dal Cobalto 60, importato non si sa da chi, lavorato non si sa da chi, distribuito non si sa a chi, risulta perciò radioattivo solo empiricamente, in quanto tale radioattività non nuoce tanto ai lavoratori che lo maneggiano, quanto alle persone che potrebbero goderne nel caminetto del salotto, quanto all’ambiente nel quale è stato collocato.

Dormite pure sonni tranquilli, abbiamo leggi che non prevedono controlli di sicurezza, i cinesi hanno fatto uno sbaglio accidentale, noi accidentalmente non ce ne siamo accorti se non dopo 10 mesi durante i quali il materiale radioattivo ha viaggiato per l’Italia ed è stato lavorato, ma dormite comunque sonni tranquilli e se aveste qualche incubo vorrà dire che manderemo in TV qualche esperto del calibro di Veronesi a spiegare a tutti gli italiani che la radioattività, se presa a piccole dosi, può perfino far bene alla salute, come un bicchiere di vino al giorno.

Marco Cedolin - marcocedolin.blogspot.com

mercoledì 27 febbraio 2008

PIU' DELLA GUERRA

IL SOLE24ORE

Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

La piaga degli incidenti sul lavoro in Italia ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul lavoro: peggio di una guerra», presentato nella mattinata alla Camera dei deputati, ha calcolato come dall'aprile 2003 all'aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti: queste le cifre del fenomeno secondo l'Eurispes. Un dato «impressionante», secondo il presidente della Commissione attività produttive della Camera Daniele Capezzone, che ha commissionato all'Eurispes lo studio. Infortuni che costano ogni anno alla comunità 50 miliardi di euro. Secondo Capezzone è necessario intervenire «con le imprese, anziché vessarle fiscalmente e burocraticamente, occorre fare un patto per la sicurezza, intensificare i controlli ed eliminare il meccanismo appalti-subappalti». Nel mirino, dunque, il meccanismo dei subappalti, nei quali di risparmia sulla sicurezza e sul costo dei lavoratori, spesso scegliendo maestranze poco preparate e precarie.


Di notevole gravità è il dato segnalato dal presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara è che in 25 anni non sono stato fatti significativi passi avanti: dal confronto dei dati di questo rapporto con quelli di una vecchia indagine dell'istituto, le cifre restano più o meno le stesse. Elaborando i dati Inail, l'Eurispes ha messo in evidenza che ogni anno dal Nord al Sud muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro.

L'edilizia si conferma come settore ad alto rischio, visto che poco meno del 70% dei lavoratori (circa 850) perdono la vita per cadute dall'alto di impalcature nell'edilizia.

Fra le cause seguono il ribaltamento del trattore in agricoltura e gli incidenti stradali nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L'età media di chi perde la vita sul lavoro è di circa 37 anni. Ogni incidente, dunque, visto che la vita media è di 79,12 anni, comporta una perdita di vita pari a 42 anni.


In pericolo più gli uomini delle donne: le donne infortunate sono in media il 25,75% e i decessi si attestano su un valore medio del 7,7 per cento. La percentuale media delle denunce per infortunio tra i lavoratori immigrati è dell'11,71%, mentre quella dei decessi è del 12,03%: una sostanziale uguaglianza anomala, segnala il rapporto, dato che per i lavoratori italiani la percentuale degli incidenti è di gran lunga superiore a quella dei morti. Segno, secondo l'Eurispes, che molti infortuni non vengono denunciati.

Nei trasporti il tasso medio di incidenti si attesta su posizioni più elevate, mentre nell'industria si registra il valore più basso. Osservando l'andamento delle morti bianche nel periodo 2003-2005, l'Eurispes evidenzia un picco nel 2004 nel settore agricoltura, passata da 129 morti (2003) a 175 (2004) per poi ridiscendere a 127. Si registra anche un decremento nell'industria e nei servizi, passati dai 1.308 morti del 2003 ai 1.137 del 2004 e ai 1.065 del 2005. Sostanziale stabilità del settore pubblico (12-16-14).


La provincia con il maggiore tasso di incidenti (anno 2005) è Taranto (11,33), seguita da Gorizia e Ragusa. La Regione con più incidenti mortali in assoluto (anno 2003) è invece la Lombardia, seguita dall'Emilia Romagna.

Si tratta, però, di un dato, precisa il rapporto, che non tiene conto della dimensione della popolazione a rischio di incidenti, cioè degli occupati. Se si rapporta invece il numero di morti al numero di ore lavoro o al totale degli addetti, la regione con la maggiore incidenza di morti bianche è il Molise, seguita da Basilicata e Calabria e in genere da regioni del Sud.
Tra le cause degli incidenti si annoverano la scarsa padronanza della macchina, l'assuefazione ai rischi (abitudine e ripetitività dei gesti), la banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo, la sottostima dei rischi, la diminuzione dell'attenzione nel lavoro di sorveglianza, il mancato rispetto delle procedure, l'aumento dello stress, la precarietà del lavoro legata a una formazione insufficiente e la manutenzione eseguita poco o male.

Una efficace prevenzione deve puntare su formazione e addestramento, sul rispetto degli ordini, dei divieti e delle indicazioni, sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, sul rigido rispetto delle procedure quando la sicurezza tecnica non basta. Dalla relazione emerge che l'inefficacia dell'azione di prevenzione e di controllo è imputabile a una mancanza di strategia centrale. «Allo stato attuale - chiude il rapporto – l'Inail è l'unico ente in grado di gestire la prevenzione e la componente assicurativa e di promuovere pratiche virtuose sui luoghi di lavoro per sostenere, promuovere ed estendere il sistema partecipato, già previsto dalla normativa vigente, ma ancora ampiamente disatteso».

Fra i suggerimenti dello studio, accanto alla maggiore chiarezza sulle competenze dell'Inail e allo snellimento del corposo sistema normativo, emerge la richiesta di istituzionalizzazione del finanziamento alle imprese per la sicurezza e la prevenzione stabilito in via sperimentale dal Dlgs 38/2000, utilizzando i fondi Inail.





IL TESTO UNICO

DAL SITO L'UNITA'


Tra gli affari correnti da sbrigare, c'è la emanazione dei decreti attuativi in materia di Salute e Sicurezza sul lavoro. «Se non si procede in tempi brevissimi ad attuare i decreti legislativi», spiega il sottosegretario al Lavoro, Antonio Montagnino - la legge delega 123, scadrebbe il 24 maggio e bisognerebbe a quel punto ricominciare l'iter dall'inizio».

Montagnino lancia quindi un appello perché si giunga all'approvazione di questi decreti ad ampia maggioranza. Lo si faccia in modo «bipartisan» entro la fine di marzo, dice il sottosegretario del Lavoro, «non voglio mancare di rispetto all'autonomia del Parlamento, bisogna tuttavia dare risposte e certezze ai lavoratori esposti quotidianamente a rischi infortuni».

Il Testo Unico su salute e sicurezza andrà in Consiglio dei ministri già nei prossimi giorni. Martedì Montagnino e il sottosegretario alla Salute, Gian Paolo Patta, hanno concluso i lavori per il titolo I del Testo Unico e sono in via di ultima definizione anche gli altri titoli sulle parti speciali. «Con questo decreto legislativo che ha avuto oggi l'ok del governo», anticipa Montagnino a Unità online, «abbiamo risposto alla maggioranza dei punti contenuti sulla delega approvata il 23 luglio 2007.

«Abbiamo determinato il campo di applicazione della normativa», vale a dire i settori di attività lavorativa («che sono tutte le aziende»), le tipologie di rischio («Tutte», rivela, «rischio fisico, chimico, esplosioni, incendio e così via»), le norme riguardanti il sistema istituzionale solo per il ministero della Salute, del Lavoro e l'Inail «ma abbiamo anche previsto commissioni permanenti per la salute e sicurezza sul lavoro, comitati di coordinamento per la attività di vigilanza, sistema informativo nazionale per la prevenzione sui luoghi di lavoro.

Mercoledì il provvedimento sarà diffuso per intero, spiega. Per ora, viene prevista «la normativa riguardante la formazione dei datori di lavori e dei soggetti operanti nella sicurezza», dice, vale a dire i lavoratori, i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori della sicurezza sia aziendali che territoriali. E poi, «abbiamo previsto attività promozionali per la diffusione della norma sulla sicurezza con tre tipologie d'interventi: uno che riguarda un sistema formativo nelle scuole con appositi programmi, l'altro che riguarda il sistema formativo nel suo complesso, il terzo il sistema delle piccole e medie imprese per potere adeguare alle prescrizioni sulla sicurezza sul lavoro».

«Per questi tre interventi è prevista già in finanziaria una dotazione di 50 milioni di euro», conclude. «E questi 50 milioni si aggiungono ai 200mila euro che abbiamo previsto sulla legge 123 del 3 agosto, che prevede in pratica un credito d'imposta in favore delle aziende che attuano i programmi dei lavoratori e della sicurezza formativi».

Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, auspica che, prima della fine della legislatura il governo approvi presto il decreto sulla sicurezza del lavoro, «perché lo deve alle vittime e al mondo del lavoro. Mi piacerebbe che il congedo di questo governo avvenga con questo atto, perché segnerebbe ciò che di buono è stato fatto e si sarebbe potuto fare, ma non si è potuto fare.

«Dopo la tragedia della ThyssenKrupp - ha aggiunto Epifani a margine del convegno "Per una sinistra di governo - la sicurezza sul lavoro è diventato un tema che ha risvegliato l'attenzione e la sensibilità dell'opinione pubblica, che si era un po' assuefatta agli incidenti e alle vittime sul luogo di lavoro».





lunedì 25 febbraio 2008

Sei indagati

Rogo nella Thyssen, chiuse le indagini. Sei indagati, omicidio volontario per il manager
Dal sito rainews24

La Procura di Torino ha chiuso formalmente l' indagine sul rogo della Thyssenkrupp del 6 dicembre scorso costato la vita a sette operai.

Il reato più grave, contestato al solo Harald Espenhahn, amministratore delegato del gruppo italiano, è l' omicidio volontario con dolo eventuale e l' incendio con dolo eventuale.

Per gli altri, a seconda delle condotte, si ipotizza l'omicidio colposo e l' incendio colposo con colpa cosciente e l'omissione volontaria di cautele contro gli incidenti.

Oltre all'amministratore delegato Espenhahm, l'unico che risponde di omicidio volontario con dolo eventuale, il provvedimento depositato dalla Procura riguarda i consiglieri delegati Marco Cucci e Gerald Priegnitz, un responsabile in servizio alla sede di Terni della multinazionale, Daniele Moroni, il direttore dello stabilimento di Torino Giuseppe Salerno, il responsabile del servizio
prevenzione protezione ai rischi sul lavoro Cosimo Cafueri.

La ThyssenKrupp è inoltre chiamata in causa come persona giuridica. L'indagine è durata in tutto due mesi e 19 giorni e ha portato gli inquirenti a raccogliere oltre 200 mila pagine di documenti, racchiusi in 170 faldoni.



Braccio Meccanico

A Padova un operaio di 31 anni e' morto, schiacciato da un braccio meccanico
Dal Sito Rainews24

Un operaio 31enne, Michele Grassivaro, è morto stasera a Padova per le conseguenze di un grave trauma alla testa riportato in un incidente all'interno di un'azienda di gommapiuma, la Loima di Borgoricco (Padova).

Secondo una prima ricostruzione, a causare l'infortunio sarebbe stato il malfunzionamento di un macchinario adibito al taglio dei fusti di gommapiuma: la parte mobile della macchina utensile - per cause ora al vaglio dei carabinieri - avrebbe schiacciato il capo dell'uomo. Grassivaro era stato liberato dalla morsa meccanica da alcuni colleghi di lavoro presenti nel capannone, che poi hanno subito chiamato i soccorsi. Portato all'ospedale di Padova, le condizioni dell'uomo erano apparse però molto gravi.

I medici della neurochirurgia, assieme ai colleghi del reparto di otorinolaringoiatria, hanno cercato con un disperato intervento chirurgico di ridurre un ematoma che comprimeva il cervello. Ma la speranza è durata solo poche ore. In serata l'operaio è deceduto.

venerdì 22 febbraio 2008

Trattore

Schiacciato dal trattore, muore nel chietino un agricoltore. Ferito un operaio
dal Sito Rainews24

Un agricoltore è morto stamani nelle campagne di Cupello (Chieti) ed un operaio è rimasto ferito in modo grave a Vasto, in due incidenti sul lavoro. La vittima, secondo le testimonianze di altri agricoltori, è rimasta schiacciata dal trattore con il quale stava lavorando in localita' "Montalfano". L'uomo, del quale non si conoscono ancora le generalità, è morto sul colpo.

A Vasto, invece, un operaio romeno, impegnato in cantiere edile per la realizzazione di un fabbricato, è precipitato dal secondo piano. Portato nell'ospedale cittadino è stato sottoposto ad un'operazione per fermare un'emorragia interna. Il cantiere, nel quartiere San Sisto, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri così come un altro cantiere della zona, risultato da controlli fuori regola.


lunedì 11 febbraio 2008

CADERE

Torino, operaio cade da un tetto e muore
DAL SITO RAINEWS24


Ancora una vittima del lavoro nel torinese. Un operaio di 24 anni, V.D. di Bari, ma residente a Modena, è morto questa mattina in un incidente sul lavoro avvenuto a None, nel torinese. L'uomo stava montando una telecamera per la videosorveglianza sul tetto di un capannone in lamiera quando è precipitato a terra morendo sul colpo.

Al momento dell'incidente c'erano altre persone che però non hanno potuto fare nulla per aiutare il giovane operaio. Secondo quanto appreso dai carabinieri, l'appalto per i lavori di messa in sicurezza del luogo è a carico della Ceva.Logistics, specializzata in manutenzione e sistemazione di cavi elettrici.
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