lunedì 31 marzo 2008

Solidali---Comunicando

  • COBAS

Del lavoro privato

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La Fiat uccide ancora a Melfi


Domenico Mononopoli operaio è morto precipitando da una cabina di verniciatura.


E' la seconda vittima in pochi mesi nello stabilimento lucano e conferma come i grandi gruppi industriali tra cui la Fiat e la stessa Confindustria, non abbiano alcuna intenzione, al di là delle dichiarazioni legate alle tragedie, di allentare le catene dello sfruttamento.

Lo hanno dimostrato pubblicamente, opponendosi al recente decreto sulla sicurezza sul lavoro.

E così si rischia di morire o si muore nello stabilimento Fiat di Cassino, nell'indotto di Chivasso, a Mirafiori in cui è stato ferito un giovane operaio e a Pomigliano, al primo giorno di riapertura dello stabilimento, dopo i due mesi di formazione/lavaggio del cervello, in cui si è sfiorato un grave incidente. In questo stesso stabilimento sono morti sei lvoratori negli ultimi dieci anni.

La Fiat, intanto continua a percepire miliardi di finanziamenti dallo stato, ma nulla cambia negli impianti produttivi che restano obsoleti e pericolosi.

I colpevoli ritardi della magistratura e delle A.s.l. competenti, che nonostante le centinaia di denunce fatte soprattutto dai sindacati di base, hanno di fatto garantito sempre l'impunità dei padroni e quindi il protrarsi di questa drammatica situazione.


E' ormai il lavoro stesso ad essere sempre più il serial killer delle nostre vite: si muore nelle piccole e grandi aziende, nei cantieri e nei campi.

La flessibilità, che al di là di qualsiasi chiacchera preelettorale coincide con la precarietà, l'intensificazione dei ritmi, la scarsa applicazione delle misure di sicurezza e l'abbassamento delle tutele sindacali e non , sono il frutto delle criminali politiche neoliberiste, portate avanti dai vari governi succedutisi con il beneplacido di C.G.I.L., C.I.S.L.e U.I.L.

In questa campagna elettorale in cui i principali partiti fanno a gara a amico dei padroni, il duo Marchionne-Montezemolo vuole modellare il rapporto di lavoro e le relazioni sindacali dell'intero Gruppo Fiat,con l'intensificazione dei ritmi produttivi e obbedienza, ricattando i lavoratori con raffiche di provvedimenti disciplinari e licenziamenti.


Continueremo a batterci e contro lo sfruttamento e la precarietà che causano le morti sul lavoro, tanto più oggi in cui è urgente creare un fronte comune di mobilitazione generale e di lotta, a tutela della vita e della dignità di ogni singolo lavoratore.



COBAS FIAT POMIGLIANO

27/3/08 Pomigliano d'Arco

L'amputato

Incidenti sul lavoro a Trieste, portuali in sciopero a oltranza Dal sito rainews24


E' questa la immediata conseguenza dell'incidente sul lavoro avvenuto ieri allo scalo giuliano dove il trentenne Alessandro Paoluzzi, dipendente della compagnia portuale di Trieste, ha riportato nel piazzale ferroviario la parziale amputazione di una gamba dopo essere rimasto schiacciato da un locomotore per il trasporto merci.

Stamani circa 150 lavoratori portuali hanno messo in atto una protesta spontanea sulle Rive a Trieste per chiedere misure urgenti per la sicurezza sul lavoro. Una decina di lavoratori e' stata poi ricevuta in prefettura dal prefetto Giovanni Balsamo.

Il prossimo incontro e' stato fissato per lunedi' nel tentativo di chiudere quanto prima l'accordo sul protocollo d'intesa sulla sicurezza per il quale la trattativa e' gia' in fase avanzata. L'intesa e' gia' stata sottoscritta nei porti di Genova, Ravenna, Napoli e Venezia.







giovedì 27 marzo 2008

ALCUNI BANCALI

Muore in cantiere a Parma, denuncia della Filt-Cgil
dal sito rainews24

Marco Gelati, un operaio di 52 anni di Parma, ha perso la vita la scorsa notte a Parma travolto da alcuni bancali che stava sollevando con un carrello elevatore in un magazzino gestito dalla Cooperativa Taddei, per conto della societa' di logistica Number One.

Stando ai primi accertamenti, l'uomo, che era alla guida del carrello, sarebbe stato colto da malore e avrebbe perso successivamente il controllo del mezzo che avrebbe cosi' rovesciato sull'operaio il materiale.

Sull'incidente e' stata aperta un'indagine da parte della Procura di Parma e dell'Ispettorato del Lavoro.

Denuncia della Filt-Cgil
"A quanto risulta il magazzino nel quale stava operando era stato recentemente oggetto di verifiche ispettive. La Cooperativa Taddei, della quale Gelati era socio lavoratore, non e' certo di quelle che hanno alti turn over e personale gettato nella mischia con pochi scrupoli. Al contrario si puo' dire sia caratterizzata da assetti piuttosto stabili e personale di una certa esperienza". E poiche', spiega Fabio Garavina, segretario Filt-Cgil di Parma, "la somma di questi elementi non torna", "chiediamo agli inquirenti di fare piena luce sull'accaduto".

Se infatti per il rappresentante dei lavoratori "non siamo quindi fino ad ora in condizione di parlare di un incidente sul lavoro", tuttavia, se le indagini dovessero affermare l'ipotesi di un infortunio, "la questione non potrebbe che volgere in denuncia anche da parte delle organizzazioni sindacali". Alla famiglia della vittima "il profondo cordoglio del sindacato".

Ma, "al di la' di qualsiasi riferimento a fatti dei quali non e' ancora sufficientemente chiara la dinamica - ha aggiunto Valentina Anelli, segretaria confederale Cgil con delega sulla sicurezza - c'e' comunque nel nostro paese il grande tema della scarsa sicurezza nei posti di lavoro. Troppo spesso trascurata e troppo spesso causa di veri e propri 'sacrifici umani' quotidiani. Non bastano i pronunciamenti. Da questa situazione si puo' uscire soltanto se tutti i soggetti che sono coinvolti nel sistema produrranno uno sforzo condiviso ed eccezionale.

Almeno quanto eccezionale e' la situazione di carenza nell'applicazione di una normativa assolutamente significativa e fondamentale quale quella sulla sicurezza sul lavoro, oggi rafforzata dall'approvazione del testo unico".

4 metri

Sciopero dei lavoratori della Fiat a Melfi per la morte di un operaio
dal sito Rainews24.

Continua lo sciopero dei lavoratori della Fiat di Melfi fino alle 14, dopo l'incidente che ha causato ieri la morte di un operaio. Fermi tutti gli altri dipendenti del gruppo Fiat per 1 ora ad ogni inizio turno. A Potenza e' in programma una manifestazione.

L'incidente e' avvenuto nel reparto verniciatura, durante il turno di notte: Domenico Monopoli, 43 anni, e' morto dopo un volo di 4 metri da un soppalco.

Si tratta della seconda morte bianca alla Fiat di Melfi in soli 3 mesi. Nel dicembre scorso era morto un altro operaio, Luigi Simeone, 57 anni, che lavorava per una ditta esterna.

giovedì 20 marzo 2008

LA IDINET

LA IDINET AUGURA A TUTTO IL SUO PUBBLICO UNA FELICE PASQUA.

mercoledì 19 marzo 2008

Via libera al decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro


Dal sito rainews24

Via libera al decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro da parte delle commissioni Affari sociali e Lavoro della Camera. L'ok, secondo quanto riferisce il presidente della commissione Lavoro Gianni Pagliarini, e' stato dato con il voto unanime della maggioranza ma con l'astensione da parte dell'opposizione. Le commissioni hanno espresso quindi un parere favorevole, cio' nonostante si sono riservate alcune osservazioni: "La filosofia principale dei nostri rilievi - spiega Pagliarini - e' che non ci debba essere alcun arretramento rispetto all'attuale legislazione". Sono due in particolare i capitoli sui quali sono intervenute le commissioni: "il primo riguarda appunto tutti quei casi in cui le pene sono state ammorbidite, come avviene nel caso di assenza del documento di valutazione del rischio - spiega ancora Pagliarini - in questo caso prima erano previsti o l'arresto o l'ammenda, mentre ora resta solo l'ammenda". La seconda osservazione riguarda invece il tempo a disposizione delle aziende per adeguarsi ai nuovi adempimenti: "In questo caso - afferma l'esponente del Pdci - abbiamo evidenziato l'opportunita' di differire, entro novanta giorni, l'entrata in vigore delle novita' ". Osservazioni che ovviamente "sono solo un auspicio - ricorda Pagliarini - non essendo vincolanti". Il presidente della commissione Lavoro evidenzia infatti il giudizio positivo nel complesso del lavoro fatto. Per quanto riguarda il calendario dei lavori, ora il decreto legislativo e' all'esame del Senato, che dovrebbe dare il via libera giovedi'; dopodiche' il provvedimento passera' all'esame del Consiglio dei Ministri per l'esame definitivo.

martedì 18 marzo 2008

COMUNICANDO COBAS

Comunicato stampa


La fabbrica genera ancora lutto e tragedia

Un lavoratore muore schiacciato da una pressa

alla MAC di Chivasso (To)


Un altro lavoratore è stato strappato alla vita a causa del lavoro che stava compiendo. Antonio Stramondinoli, 38 anni, sposato e padre di due figli, manutentore della Comau in servizio notturno presso la Mac, una fabbrica metalmeccanica del Polo industriale di Chivasso, è stato ucciso schiacciato da un cuscino di una pressa sulla quale stava intervenendo all’inizio del proprio turno di lavoro.


Un altro operaio morto, un altro manutentore è stata questa notte l’ennesima vittima della produzione industriale e del lavoro in fabbrica, in un reparto in cui solo pochi giorni fa era stata per un soffio evitata la tragedia in conseguenza del cedimento di un’altra pressa di lavorazione.


Lo sgomento e il dolore – in primo luogo dei colleghi di lavoro che hanno cercato immediatamente e inutilmente di soccorrerlo – si unisce alla rabbia per una morte che poteva e doveva essere evitata. Non può essere un caso se ancora una volta a venire colpito è un addetto alla manutenzione, una attività tanto più a rischio quanto la pressione della produzione e di produrre in fretta genera uno scambio ineguale e intollerabile tra lavoro e vita.


La Confederazione Cobas si stringe attorno alla famiglia del lavoratore ucciso e dichiarando lo sciopero per tutte le fabbriche del Polo Industriale invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a bloccare le produzioni e a far sentire la propria voce solidale e determinata contro la prevalenza della produzione e del profitto sulla vita umana e per rivendicare la difesa della salute, la qualità e dignità del lavoro dentro e fuori le mura della fabbrica.



Torino, 12 marzo 2008

Per l’esecutivo provinciale

Confederazione COBAS Torino

Diego Margon

lunedì 17 marzo 2008

VIVA LE DONNE

dal sito NOMORTILAVORO

Nel 2006 sono state 99 le morti sul lavoro che hanno riguardato le donne e che, vergognosamente, non hanno neanche conquistato l’onore delle cronache. Questo è quanto emerge dal rapporto diffuso dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) in occasione dell’8 marzo. Nel 2006 sono stati quasi 250.000 gli infortuni che hanno avuto come vittima una lavoratrice, ovvero il 27% del totale, in alcuni settori però la percentuale degli infortuni femminili supera quella maschile. Per esempio, tra il personale addetto ai servizi domestici 9 infortuni su 10 riguardano colf e badanti, per lo più straniere. Sono stati 20.683 gli infortuni sul lavoro che hanno colpito lavoratrici straniere nel 2006. Nella sanità i tre quarti degli incidenti colpisce donne, in genere infermiere. Mentre nella Pubblica amministrazione, nel settore alberghi e ristoranti e nell’istruzione gli infortuni femminili superano la metà del totale.



giovedì 13 marzo 2008

IL NUMERO VERDE

Infortuni lavoro: arriva numero verde per tutela vittime e familiari

dal sito LA SALUTE IN PILLOLE

Un numero verde - attivo da oggi - per consigli, informazioni e assistenza alle vittime di incidenti sul lavoro e ai familiari di chi non ce l'ha fatta. Ma anche un Osservatorio per fotografare il fenomeno, evidenziare le criticità della situazione italiana e suggerire possibili soluzioni. Sono solo alcuni dei campi di attività della neonata Associazione Lavoro & Sicurezza, presentata oggi a Roma, al ministero della Salute, all'indomani della tragedia di Molfetta, e nata da un'alleanza tra Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) e Amnil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro). Il Numero Verde 800 60 90 80, attivo dal lunedì al venerdì (9.00-18.00), vede impegnato un team di 10 persone, in grado di soddisfare un primo livello di bisogni. E, nel caso, di contattare un esperto che fornirà le indicazioni richieste entro 24 ore dal primo contatto. Ma la vera sfida degli ideatori dell'Associazione è quella di stringere accordi e protocolli d'intesa con il maggior numero possibile di organizzazioni interessate, per arrivare davvero a una maggior sicurezza nei luoghi di lavoro e a una miglior tutela delle vittime di infortuni. "Vogliamo agire su più fronti - spiega Pietro Mercandelli, presidente Amnil - prevenire situazioni di grave disagio, come le malattie professionali o gli infortuni, ma anche garantire la tutela dopo l'incidente alla vittima o ai familiari, con aiuti concreti e assistenza nel tempo. Insomma, vogliamo far conoscere a chi subisce un infortunio sul lavoro i suoi diritti". L'iniziativa di oggi, presentata "in un giorno di lutto, segna l'arrivo in campo di qualcosa di concreto - dichiara il presidente delle Acli, Andrea Olivero - rappresenta un salto di qualità nella battaglia contro gli infortuni sul lavoro e per la tutela della salute e dei diritti dei lavoratori". Ed è stata salutata con entusiamo dal ministro della Salute, Livia Turco, convinta che "l'Associazione farà del bene al Paese. E sarà un dono straordinario, un contributo importante per formare una cultura della prevenzione". Troppo spesso dopo un infortunio sul lavoro "ci si sente soli e spaesati, come davanti a un evento più grande di noi - evidenzia Zoello Forni, presidente della neonata associazione - Ecco, Lavoro & Salute vuol essere un efficiente paracadute per i lavoratori, sostenerli dopo e contribuire a proteggerli prima". "Dobbiamo ripartire con più forza dopo quanto accaduto ieri, e dare garanzie ai cittadini che nessuna impresa possa avere la tentazione di inserire il rischio incidenti fra i costi di budget. La vita umana - prosegue Olivero - non può essere monetizzata, ma va difesa a tutti i costi". Non è più "tempo di parole, non è più tempo di scaricarsi le responsabilità, non è più tempo di chiedere agli altri di fare qualcosa - gli fa eco Mercandelli - è tempo che ciascuno faccia quanto è nelle proprie possibilità". Il numero verde 800 60 90 80, che si avvarrà del supporto dell'Università degli studi di Siena, con la Facoltà di Medicina del Lavoro, e dell'AITeP (Associazione italiana tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro), fornirà da oggi informazioni e consulenze, assistenza e tutela.

VIA LIBERA

Via libera a decreto sulla sicurezza sul lavoro da conferenza Stato-Regioni
DAL SITO RAINEWS24

Via libera dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
sul decreto legislativo che razionalizza e innova la materia 'Salute Sicurezza del lavoro', in vista della successiva riunione della Conferenza Stato-Regioni che il ministro Linda Lanzillotta ha convocato per questo pomeriggio a Roma.

"Abbiamo dato a maggioranza parere favorevole al decreto - dichiara Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni - con parere negativo della Regione Veneto che ha posto innanzitutto questioni di metodo. Tutte le altre Regioni hanno riconosciuto la necessita' dell'intervento".

"C'e' stata una distinzione della Regione Veneto e invece un caldo accordo delle altre Regioni", commenta il governanatore della Puglia Nichi Vendola.


mercoledì 12 marzo 2008

UN COLPO DI PISTONE

L'uomo, Antonio Stramandinoli, stava compiendo lavori di riparazione
a una pressa all'interno dello stabilimento Mac di Chivasso. Inutili i soccorsi

Incidente sul lavoro nel torinese
muore operaio trentasettenne


TORINO - Ancora una morte sul lavoro, questa volta nel torinese. La vittima è un operaio italiano dipendente della Comao, che, poco prima della mezzanotte di ieri, stava stava compiendo dei lavori di riparazione a una pressa all'interno della Mac di Chivasso (Torino), una ditta di stampaggio che opera per conto di diverse case automobilistiche, tra cui Fiat e Lancia.

Secondo quanto si è appreso, l'uomo è stato colpito da un pistone che serviva da ammortizzatore della pressa. Per ragioni ancora sconosciute, il pistone si è disarticolato dal macchinario, e l'ha colpito in modo mortale allo stomaco. E' stato soccorso in un primo momento dai colleghi; poi i medici del 118 hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Sulla vicenda indagano i carabinieri.

L'operaio si chiamava Antonio Stramandinoli, e aveva 37 anni. Era nato a Lombriasco, in provincia di Torino. Lascia moglie e due figli. Subito dopo l'incidente, sono arrivati sul posto colleghi della vittima. I sindacati hanno deciso di indire per oggi uno sciopero all'interno dello stabilimento Mac.

venerdì 7 marzo 2008

VARATO

Varato decreto sulla sicurezza sul lavoro. Confindustria: non salvera' vite umane
DAL SITO RAINEWS24

Cesare Damiano
Cesare Damiano

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sulla sicurezza sul lavoro. Il provvedimento, che attua la legge delega 123 dell'agosto scorso, dovra' ora ricevere il parere delle commissioni parlamentari competenti e della Conferenza Stato-Regioni, per poi tornare in Cdm per l'approvazione definitiva.

In una conferenza stampa tenuta al termine della riunione dell'esecutivo, il premier Romano Prodi ha assicurato che "questo decreto non ha intenti punitivi, non mette nel mirino le imprese ma mette al centro la tutela della persona umana e il suo diritto a un lavoro il più sicuro possibile".

Non bisogna fare "polemiche o contrapposizioni perché queste sono un'offesa nei confronti di tutti e soprattutto verso i lavoratori".

E' un testo unico che si attendeva "da 30 anni". Ora il provvedimento passera' alle commissioni parlamentari e alla Conferenza Stato-regioni per il parere.
"Confido in un parere positivo delle commissioni, per poi tornare in Consiglio dei Ministri ed approvare definitivamente il dlgs".

Il ministro della Giustizia Luigi Scotti ha spiegato che la pena massima prevista dalla nuova normativa è "l'arresto fino a 18 mesi".

Montezemolo: il decreto sulle morti bianche non salva vite umane
Il presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, ha detto che "inasprendo le pene e basta non si salvano vite. Vite preziose, che noi consideriamo il primo valore in azienda. Bisogna prevenire. L'impianto è tutto spostato sulle sanzioni e non sulle regole. Servono formazione, prevenzione, controlli e lotte a sommerso e lavoro nero".

“Si rischia l'ultimo atto di una sinistra anti-industriale e demagogica. Bisogna uscire da questo clima nel quale si sta facendo largo e non si capisce perché con questa urgenza, un inasprimento delle sanzioni che poco o nulla hanno a che vedere con politiche attive, di prevenzione e di formazione".

Il responsabile per le relazioni industriali di Confindustria, Giorgio Usai, conferma: "Il nostro giudizio è di insoddisfazione: si è persa una buona occasione per dare un ottimo servizio allo Stato".

Le sanzioni sono comminate "in modo indifferenziato: non c'e' un giusto equilibrio tra mancanze gravi e carenze formali o documentali".

Di tutt’altro avviso i sindacati che invece sostengono il provvedimento del governo. Paola Agnello Modica, segretario confederale della Cgil, soddisfatta: "Finalmente va in Consiglio dei ministri.…Abbiamo apprezzato il lavoro di confronto in questi ultimi mesi".

"E' positivo aver portato a casa il decreto - ha spiegato Paolo Carcassi, segretario confederale della Uil - aumentano le tutele per le persone e il coordinamento istituzionale sulla vigilanza sulla sicurezza del lavoro". Per la Cisl, "è stato un accordo positivo che aumenta l'impegno sul tema di sicurezza sul lavoro".

CONTROLLI IN SICILIA

Controlli in Sicilia per la sicurezza sul lavoro: 48 denunce
da sito rainews24

Oltre 120 cantieri edili sono stati ispezionati in Sicilia dai carabinieri per verificare le condizioni di sicurezza per i lavoratori. Denunciati 48 imprenditori per vari reati e violazioni in tema di mezzi di protezione e gia' applicate sanzioni pecuniarie per 500 mila euro.

L'operazione, che ha impegnato 300 militari, e' stata condotta tra il 4 marzo e stamattina dal Comando Regione carabinieri Sicilia e dal Nucleo ispettorato del lavoro, in collaborazione con l'assessorato regionale al Lavoro.

Nel corso delle verifiche e' emerso anche che il 25% dei lavoratori identificati erano impiegati 'in nero'. Rilevati, inoltre, elementi utili per accertare l'incidenza della mafia nel mondo degli appalti pubblici.

giovedì 6 marzo 2008

LA SCOSSA

DAL SITO RAINEWS 24

Un opeario di 39 anni è morto oggi pomeriggio a Cerano, in provincia di Novara. L'uomo, dipendente di una ditta di Legnano (Milano), specializzata in demolizioni, si occupava di una serie di lavori ai capannoni di un'azienda di Cerano, la Sisco, chiusa dal 2002.

Probabilmente l'operaio ha toccato alcuni fili che portavano la corrente elettrica ed è rimasto fulminato. Nonostante la fabbrica non fosse più attiva da sei anni, il contratto con l'Enel non era mai stato disdetto e quindi nella cabina elettrica c'era ancora la corrente. Ma non c'era più alcuna protezione.

SOTTO IL TRENO

DAL SITORAINEWS24
Operaio ucciso a Milano da treno in transito

Treni (archivio)
Treni (archivio)

Un operaio di una ditta che lavora per conto delle Ferrovie dello Stato e' stato travolto e ucciso da un treno in transito. E' accaduto la notte scorsa a Milano poco prima dell'una in via Cristina Belgioioso, alla periferia cittadina lungo la linea Torino-Milano.

In quel punto c'e' un cantiere, che stava per aprire, per alcuni lavori sulla massicciata. La vittima, 50 anni, e' il responsabile del cantiere. I lavori sarebbero dovuti incominciare poco dopo l'incidente. L'uomo e' stato immediatamente soccorso sul posto dal '118' ed e' morto poco dopo.

mercoledì 5 marzo 2008

FINALMENTE

Prodi: giovedi' i decreti sulla sicurezza. Damiano: resistenze da Confindustria.

"Giovedì mattina il Consiglio dei ministri approverà il decreto legislativo che
abbiamo elaborato in mesi di lavoro". Ad annunciarlo è il presidente del Consiglio Romano Prodi dopo l'incontro a porte chiuse avuto per oltre un'ora nel palazzo del municipio di Molfetta con le famiglie dei cinque lavoratori morti nell'incidente di ieri.

"Questo è l'impegno che dobbiamo prendere di fronte alle famiglie delle vittime di questa tragedia alle quali abbiamo anche assicurato col presidente della Regione Puglia e i rappresentanti delle comunità locali aiuto e vicinanza".

"Ma bisogna anche dire che questo non basta, occorre un impegno, la messa in atto delle norme legislative; ci vuole l'impegno dei datori di lavoro e dei
lavoratori nell'applicare giorno per giorno le regole di sicurezza sul lavoro".

Nel pomeriggio il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, aveva però rivelato che "ci sono resistenze della Confindustria sul tema delle sanzioni. Mi auguro vengano superate. Il Paese si aspetta una risposta dovuta, seria e forte".

Come muoiono 5 operai?

Periti della procura di Trani al lavoro per accertare le cause della morte dei 5 operai a Molfetta
dal sito rainews24

I periti della procura di Trani sono al lavoro per trovare risposte alle molte domande aperte sull'incidente costato la vita a cinque persone, lunedi', al Truck Center di Molfetta. Innanzitutto: perche' quella cisterna era ferma da due mesi in un parcheggio di Bari dopo aver trasportato un carico di zolfo a fine dicembre? E ancora: trasportava solo zolfo? Interrogativi sui quali stanno indagando anche i carabinieri del comando provinciale di Bari, coordinati dal Colonnello Gianfranco Cavallo. L'avvocato della Truck Center, Edi Marletta, ha denunciato che a poche centinaia di metri dallo stabilimento dove si e' verificato l'incidente una decina di giorni prima aveva aperto un centro commerciale dove ora si lamenta un cattivo odore di zolfo e altre sostanze che tengono lontani i clienti. Per questa mattina alle nove e' previsto un corteo di lavoratori che sfilera' per le strade di Molfetta in segno di lutto e protesta contro l'ennesima strage sul lavoro.

martedì 4 marzo 2008

Sempre e per Sempre

dal sito REPUBBLICA.IT


Fulminato dalle esalazioni di acido solforico il primo lavoratore, forse senza autorespiratore
Vittime anche i compagni scesi per aiutarlo. Un quinto in gravi condizioni

Molfetta, strage in un'autocisterna
Quattro operai morti intossicati


Molfetta, strage in un'autocisterna
Quattro operai morti intossicati" width="230">

I soccorritori alla Truck Center

MOLFETTA - Altre quattro croci nel cimitero dei morti sul lavoro. Uccisi a Molfetta dalle esalazioni di acido solforico sprigionate da un'autocisterna che trasportava zolfo. Il primo di loro, affacciato all'oblò del serbatoio, si è sentito male; gli altri sono morti per aiutarlo. In ospedale è ricoverato anche un quinto operaio. E' in rianimazione: le sue condizioni sono preoccupanti.


Morti nel tentativo di salvare il compagno. Tra le vittime - tre di Molfetta, una di Andria - c'è Vincenzo Altomare, titolare dell'azienda Truck Center, un operaio e l'autista dell'autocisterna che si sono gettati nel serbatoio dell'autocisterna con grande generosità e senza pensare troppo alle precauzioni. Hanno tentato di salvare il compagno di lavoro ma sono stati loro stessi vittime di quell'aria fetida e letale.

LA MAPPA

Le vittime.
L'incidente è avvenuto nel pomeriggio, intorno alle sedici, sotto il capannone all'estrema periferia di Molfetta, dove trovano rimessaggio i veicoli industriali. I soccorritori hanno disteso i corpi sul pavimento di cemento, nascosti sotto alcuni lenzuoli bianchi, a pochi metri dall'autocisterna bianca che si è trasformata nella loro bara: Vincenzo Altomare, 64 anni; Guglielmo Mangano, 44 anni; Biagio Sciancalepore di 24 anni, e Luigi Farinola, 37 anni.

Una vedova è incinta. Davanti al cancello dell'azienda, i parenti delle vittime sono mischiati ai tanti carabinieri, ai politici, ai vigili del fuoco. C'è una donna incinta che piange tra le altre donne che il lavoro ha reso vedove: è la moglie di uno degli operai morti intossicati. Darà alla luce una bambina tra qualche settimana ma la bambina non vedrà mai il suo papà.
Inchiesta della magistratura. L'azienda è stata sequestrata, l'autocisterna e il capannone dove era posteggiata sigillato da un nastro rosso e bianco. Forse il magistrato non ordinerà l'autopsia perchè è "palese la causa di morte", ma dai carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro, il pm vuole sapere se sono state rispettate tutte le norme antinfortunistiche.

La dinamica. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Giovanni Micunco, ha ricostruito la dinamica dell'incidente. Una pompa d'acqua stava lavando l'interno della cisterna. Un primo operaio si è affacciato dal passo d'uomo per accertarsi come stava andando il lavoro. Investito da un'esalazione letale di acido solforico sprigionato dalla reazione zolfo e acqua, l'operaio è caduto nella cisterna. L'autista del veicolo e un altro operaio non hanno perso tempo e si sono calati nel tentativo di soccorrere il compagno di lavoro ma anche loro sono stati vittime dell'acido solforico. Qualcuno ha chiamato il titolare dell'azienda che era a casa e lui, mentre ancora in auto correva verso il capannone, ha telefonato al 118. Ma quando sono arrivati i pompieri, anche Vincenzo Altomare era disteso sul fondo dell'autocisterna.

"Una tragica catena di morte". L'incidente di oggi a Molfetta è del tutto simile a quello accaduto non più di un mese e mezzo fa a bordo di una nave attraccata a Porto Marghera. Morirono soffocati due operai calati nella stiva del mercantile satura di anidride carbonica; intossicato un terzo compagno di lavoro che aveva tentato di soccorrerli. "Una tragica catena di morte", come ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dalla tragedia della Thyssen a oggi, si è registrato un lutto al giorno. A testimonianza che il problema della sicurezza sul lavoro è tutt'altro che risolto.

lunedì 3 marzo 2008

L'acciaio Cinese

L'acciaio radioattivo fa bene alla salute

DAL SITO CANISCIOLTI.INFO

E’ notizia di oggi quella secondo cui i carabinieri del Comando Tutela Ambiente hanno proceduto al sequestro di 30 tonnellate di acciaio inox provenienti dalla Cina, contaminate da Cobalto 60, isotopo radioattivo ad elevata radiotossicità e periodo di dimezzamento nell’ordine dei 6 anni.

Il materiale radioattivo era giunto in Italia lo scorso maggio (cioè quasi un anno fa) nel porto di La Spezia e proviene dal più grande impianto siderurgico del mondo di proprietà della società cinese Tysco. Il materiale grezzo contaminato è stato utilizzato da importanti società italiane che lo hanno lavorato e messo in commercio, ma i nomi delle suddette società non sono stati resi noti dai carabinieri, probabilmente per evitare che subissero un danno d’immagine. Sono state rese pubbliche solamente le province, Brindisi, Campobasso, Treviso, Milano, Lucca, Frosinone, Latina e Mantova dove sono stati effettuati i sequestri.

La contaminazione non è stata scoperta lo scorso maggio al momento dell’arrivo del carico in Italia, in quanto la nostra legislazione (nonostante 15 anni di governi “riformisti”) non prevede che siano effettuati controlli radiometrici al momento dello sdoganamento per quanto riguarda i materiali semilavorati, mentre limita tali controlli solo ai rottami metallici. A distanza di quasi un anno la contaminazione da Cobalto 60 è stata scoperta, in maniera fortuita, grazie a successivi controlli che avevano per oggetto gli scarti di lavorazione, quando già il materiale sotto forma di laminato si apprestava ad essere impiegato, e in parte probabilmente lo è stato, nelle diverse produzioni industriali di camini, serbatoi, pulegge, tramogge, cappe ciminiere e quant’altro.

La notizia racchiusa in modesti trafiletti sulle pagine dei nostri giornali, quasi invisibile fra i fiumi di parole dedicati al Festival di Sanremo e alla campagna elettorale di Veltrusconi sarebbe già di per sé sconvolgente, se non fosse che la conclusione cui i media giungono per liquidare le conseguenze della vicenda, sconvolge in maniera assai più drammatica e profonda.

Sul Corriere della Sera, al fondo del trafiletto che tratta l’argomento, omettendo di citare il nome delle imprese incriminate, si può infatti leggere che “gli inquirenti escludono ipotesi di danni per la salute dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente”.

L’acciaio contaminato dal Cobalto 60, importato non si sa da chi, lavorato non si sa da chi, distribuito non si sa a chi, risulta perciò radioattivo solo empiricamente, in quanto tale radioattività non nuoce tanto ai lavoratori che lo maneggiano, quanto alle persone che potrebbero goderne nel caminetto del salotto, quanto all’ambiente nel quale è stato collocato.

Dormite pure sonni tranquilli, abbiamo leggi che non prevedono controlli di sicurezza, i cinesi hanno fatto uno sbaglio accidentale, noi accidentalmente non ce ne siamo accorti se non dopo 10 mesi durante i quali il materiale radioattivo ha viaggiato per l’Italia ed è stato lavorato, ma dormite comunque sonni tranquilli e se aveste qualche incubo vorrà dire che manderemo in TV qualche esperto del calibro di Veronesi a spiegare a tutti gli italiani che la radioattività, se presa a piccole dosi, può perfino far bene alla salute, come un bicchiere di vino al giorno.

Marco Cedolin - marcocedolin.blogspot.com

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